Il movimento del Make America Great Again (MAGA) studia per diventare dominante all’interno del Partito Repubblicano statunitense. La cerimonia funebre per Charlie Kirk, leader di Turning Point Usa, che ha fatto convergere circa 200mila persone in Arizona, si è trasformata in una grande dimostrazione di forza per il gruppo ultra conservatore a forte prevalenza cristiana. A monopolizzare la scena non è stato il presidente Usa Donald Trump, ma una comunità umana e politica che trova spiritualmente più affini il vicepresidente JD Vance e il segretario di Stato Marco Rubio.
La componente cristiana
Il celebre podcaster di destra Benny Johnson, come ha sottolineato il Washington Post, ha invocato un dominio culturale e politico della cristianità nella società. “In questo momento sono rappresentati i governanti della nostra terra, abbiamo il dipartimento di Stato, della Guerra, della Giustizia, il presidente, Dio li ha istituti, Dio ha dato loro il potere sulla nostra nazione e terra, Dio ha salvato il nostro presidente dal proiettile di un assassino”, ha detto Johnson durante il funerale.
Vance e Rubio, in maniera non casuale, hanno enfatizzato il loro spirito cristiano e la centralità della religione nelle loro azioni. Trump, per marcare la distanza, non ha esitato a rivendicare la sua differenza da Kirk, “un missionario dall’animo nobile”, la cui moglie Erika ha pubblicamente perdonato Tyler Robinson, l’assassino del marito. “Lui non odiava i suoi oppositori, voleva il meglio per loro – ha affermato il tycoon – ma su questo ero in disaccordo con Charlie, io odio i miei oppositori, non voglio il meglio per loro”. Un’aggiunta che è apparsa una forzatura fuori contesto rispetto ai toni e al linguaggio utilizzato dal popolo dell’attivista conservatore.
Il MAGA può trascinare il GOP
Prima delle presidenziali del 2028, il GOP è atteso dal banco di prova del prossimo anno, con le temibili elezioni di midterm che tradizionalmente penalizzano il partito del presidente in carica. La carica della destra cristiana potrebbe risultare decisiva per avere la meglio alle urne.
Le mosse della Russia e i rapporti con gli evangelici americani
Quanto sta accadendo negli Usa, è seguito con grande attenzione in Russia. “Oggi è il Turning Point”, ha scritto su X l’inviato del Cremlino per gli investimenti stranieri e direttore del Fondo russo per gli investimenti diretti, Kirill Dmitriev, citando il movimento di Charlie Kirk. “La gente si è finalmente resa conto delle false narrative di Biden e della macchina dei media globalisti. La partnership della sinistra con le fake news collasserà. Sempre più persone vogliono la verità, la pace, la sicurezza e la prosperità, non le bugie globali”, ha concluso Dmitriev.
Dell’alleanza con gli evangelici di destra americani si discute da tempo nella Chiesa ortodossa russa (ROC). Il metropolita Tikhon Shevkunov, sul sito ortodosso pravoslavie.ru, ha definito l’uccisione di Kirk “il suo più grande sermone e l’apice della sua missione”. Ha lodato la fede cristiana del giovane e i principi conservatori, valori che il Cremlino ha sempre più abbracciato in contrasto con il liberalismo occidentale.
Da circa un decennio, il patriarca Kirill e il metropolita Hilarion stanno insistendo con i tentativi di instaurare una stretta cooperazione con i cristiani evangelici americani. Nel 2015, il metropolita Hilarion ha invitato Franklin Graham a Mosca, dove ha avuto udienze private con Kirill e il presidente russo Putin. La componente evangelica della destra statunitense ha più volte elogiato il patriarca per la “voce forte della Chiesa ortodossa russa nella difesa dei valori morali” e Putin per aver difeso i valori biblici “dagli attacchi del secolarismo”.