Esteri

Le stragi del pane di Israele rompono il muro del silenzio

di Ernesto Ferrante -


Gli attacchi intorno ai siti di aiuti a Gaza sono “crimini di guerra”. Lo sostiene l’Onu, lo pensa gran parte della comunità internazionale, anche la pavida Ue, i cui vertici, sollecitati da un buon numero di Stati membri, stanno perdendo la pazienza con Israele al punto tale da chiedere una revisione delle relazioni. Manca all’appello l’Italia, zavorrata da equilibrismi che non le hanno consentito fino a questo momento di assumere una posizione forte e chiara sui massacri israeliani.

“Gli attacchi diretti contro i civili costituiscono una grave violazione del diritto internazionale e un crimine di guerra”, ha detto da Ginevra l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk. Le forze israeliane, dopo le iniziali smentite, hanno confermato di aver aperto il fuoco “sui sospetti palestinesi che si sono avvicinati alle postazioni militari a circa 500 metri da un sito di distribuzione di aiuti umanitari nella zona di Rafah, nella striscia di Gaza meridionale”.

Una nuova strage del pane è costata la vita a 27 civili che avevano appena ricevuto i generi alimentari. I soldati dello Stato ebraico “hanno sparato colpi di avvertimento e, poiché i sospetti non si sono dispersi, hanno continuato a sparare”. Un portavoce militare ha spiegato che le strade che conducono ai centri di distribuzione allestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation (Ghf) sono considerate “zone di combattimento”.

Una mattanza che va ad aggiungersi a quella a ovest di Khan Younis. “Almeno 12 persone, tra cui diversi bambini e donne, sono state uccise in un attacco con un drone israeliano su una tenda per sfollati vicino alla scuola di Al-Hinnawi che ospita famiglie sfollate”, ha dichiarato all’AFP il portavoce della Difesa civile di Gaza, Mahmoud Bassal.

“Gaza è diventata peggio dell’inferno sulla Terra”. Ad affermarlo è stato il presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa (Icrc/Cicr),Mirjana Spoljaric, in un’intervista alla Bbc. Per Spoljaric “l’Umanità sta fallendo” e “gli Stati non stanno facendo abbastanza per porre fine alla guerra, porre fine alle sofferenze dei palestinesi e liberare gli ostaggi israeliani”.

Il presidente della Croce Rossa internazionale ha aggiunto che “ciò che sta accadendo a Gaza supera qualsiasi accettabile standard legale, morale e umano”, denunciando il fatto che “i palestinesi sono stati privati della dignità umana” e che “il diritto internazionale umanitario viene svuotato”.

In un post sui social, la Ghf ha annunciato che i suoi punti di distribuzione sarebbero stati temporaneamente chiusi per “lavori di aggiornamento, organizzazione e miglioramento dell’efficienza”. Le operazioni riprenderanno oggi. L’organizzazione, travolta dalle polemiche, ha fatto sapere di essere in trattativa con gli israeliani per rafforzare le misure di sicurezza oltre il perimetro immediato dei siti.

È partita ieri da Tel Aviv, diretta al confine con la Striscia, una marcia di tre giorni per chiedere la fine della guerra e il ritorno a casa degli ostaggi che sono ancora trattenuti da Hamas. Per domani è prevista una “White March” guidata da organizzazioni di sinistra che contestano il premier Netanyahu, alle prese con un processo per corruzione.

Londra valuterà ulteriori azioni contro Israele, comprese le sanzioni. Lo ha reso noto il premier britannico Keir Starmer alla Camera dei Comuni, evidenziando la violenza dei coloni, la recente espansione della campagna militare a Gaza e la necessità di un nuovo cessate il fuoco.

“Abbiamo sospeso i colloqui sull’accordo di libero scambio e sanzionato gli estremisti che sostengono la violenza in Cisgiordania. Continueremo a valutare ulteriori azioni insieme ai nostri alleati, comprese le sanzioni”, ha proseguito Starmer.

Israele, incurante di ogni tipo di richiamo, continua ad allargare il fronte di guerra. I suoi droni hanno colpito una delle più importanti basi militari della Siria, situata nei pressi dell’aeroporto di Hama, in risposta ad un lancio di razzi che Damasco ha smentito.


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