L’imam torna a Torino: la sinistra esulta, destra critica
L’ imam di Torino Mohamed Shahin è libero e torna a Torino: la Corte d’Appello infatti ha accolto il ricorso presentato dalla difesa e ha deciso che cessi da subito il trattenimento amministrativo al Centro di rimpatrio di Caltanissetta, dove l’imam si trova da diverse settimane. La decisione fa riferimento alla direttiva europea che definisce come il trattenimento di chi fa richiesta di protezione internazionale sia un’eccezione e non la regola.
LE REAZIONI POLITICHE
“La nostra gioia per la liberazione di Mohamed Shahin dal CPR di Caltanissetta è immensa. E sappiamo di condividerla con tantissime e tantissimi torinesi che in queste settimane si sono mobilitati e che ringraziamo. La Corte d’appello di Torino ha accolto il riesame sulla convalida del suo trattenimento, rilevando che non sussistono elementi per affermare che sia un soggetto pericoloso, anzi che la difesa ha dimostrato ‘un concreto e attivo impegno del trattenuto in ordine alla salvaguardia dei valori su cui si fonda l’ordinamento dello Stato italiano’. Il Tribunale sottolinea come elementi nuovi e degni di rilievo il fatto che il procedimento relativo alle frasi ‘incriminate’ sia stato immediatamente archiviato dalla Procura della Repubblica, perché quelle espressioni non configuravano estremi di reato, e i fatti relativi al blocco stradale del 17.5.2025 in cui la condotta di Shahin è stata pacifica e non pericolosa. Soprattutto, rileva che gli atti relativi a tali procedimenti non sono stati secretati, a differenza di quanto riportava la sentenza, sulla base di informazioni non chiare provenienti dal Ministero, su cui abbiamo provato a far luce. Se si fosse saputo prima che l’indagine era stata archiviata e che non c’era alcun atto secretato in Procura, oggi non parleremmo nemmeno di espulsione. È gravissimo che il Ministro Piantedosi abbia costruito un decreto su basi inconsistenti, mentendo al Paese e alimentando un clima di sospetto verso una persona innocente e soffiando sul fuoco dell’islamofobia. Questa vicenda è l’ennesima dimostrazione di come si pieghi il concetto di sicurezza nazionale per fini politici. Shahin è stato privato della libertà senza motivo. La giustizia ha fatto il suo corso, ma il danno umano e civile resta. Ora il governo chieda scusa, cambi rotta e ritiri il decreto di espulsione: non si gioca con i diritti fondamentali delle persone” – lo dichiarano il Vicecapogruppo di AVS alla Camera, Marco Grimaldi, la Capogruppo di AVS in Regione Piemonte, Alice Ravinale, e i consiglieri comunali di Torino di Sinistra Ecologista, Sara Diena ed Emanuele Busconi, che in queste settimane sulla vicenda avevano presentato diverse interrogazioni e richieste di comunicazione.
“Chi ha letto le due ordinanze della corte d’appello di Torino sa che oggi ha smentito se stessa senza elementi di novità ma solo dando il via libera alla fratellanza mussulmana in Italia, su cui non proferisce parola. Peraltro su uno dei due procedimenti penali in cui risultava coinvolto anticipa un giudizio che dovrebbe invece essere normalmente l’esito di un processo. E’ un fatto inedito gravissimo che preoccupa tutti coloro che hanno a cuore lo stato di diritto molto di più evidentemente della magistratura stessa che pur la invoca. Per chi? Per dare sponda a chi ha manifestato per la liberazione dell’imam in maniera irresponsabile. D’altra parte è la stessa corte ancora una volta ad ammetterlo e questo purtroppo non c’entra nulla con il diritto che pur in prima istanza aveva tracciato. E’ un epilogo sconcertante che arriva proprio in un periodo dove il proselitismo pro Hamas sta mietendo vittime e ancor più lo sarà dopo una decisione che permetterà di tornare a capo di una moschea un personaggio ritenuto avente profili di pericolosità ben prima di questo ottobre tanto da negargli la cittadinanza. Peraltro, tutto ciò si svolge in una città, come Torino, che in questi mesi è stata protagonista di devastazioni, contestazioni, violenza inaudita da parte di attivisti di centri sociali e pro pal, che ancora una volta potranno ancor di più sentirsi legittimati. Siamo di fronte alla resa della giustizia ai danni dei cittadini senza alcun elemento di diritto apprezzabile, a fronte di una prima pronuncia da parte della stessa Corte d’appello. Ecco perchè vale la pena verificare maggiormente tutti i profili di questa vicenda. Noi andremo avanti”. Così Augusta Montaruli, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
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