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Porno online: mappa degli sporcaccioni del web

Le visite dei siti hard sono sempre più diffuse tra i giovani e anche l'utenza femminile è in aumento

di Lino Sasso -


L’Italia si conferma tra le nazioni che consumano più porno online al mondo. A dirlo sono tutti i recenti report diffusi da una delle principali piattaforme internazionali di contenuti per adulti. Secondo i dati il nostro Paese si colloca all’ottavo posto globale per numero di visite. Addirittura al quinto posto per durata media di permanenza sui siti “a luci rosse”: in media 10 minuti e 23 secondi per sessione. Un dato che riflette un fenomeno ormai radicato e trasversale, che coinvolge ogni fascia d’età ma che desta grande preoccupazione soprattutto per quanto riguarda i più giovani.

Il fenomeno tra i più giovani

Secondo un’indagine di Skuola.net, infatti, circa 4 giovani su 10 tra i 10 e i 25 anni accedono regolarmente a contenuti porno online. Se per i maggiorenni questo tipo di fruizione non rappresenta un problema legale, diverso è il discorso per i minorenni, ai quali tali materiali sarebbero vietati. La ricerca rivela come il fenomeno sia presente già tra gli 11 e i 13 anni, fascia nella quale 1 adolescente su 3 dichiara di essere un consumatore abituale. La percentuale cresce ulteriormente tra i 14 e i 18 anni, dove l’accesso ai siti porno online coinvolge circa due terzi dei ragazzi.

La stretta dell’Agcom

Questo quadro ha contribuito alla decisione dell’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) di introdurre una stretta sull’accesso ai portali vietati ai minori. Da domani 12 novembre, in applicazione delle norme contenute nel Decreto Caivano, chiunque vorrà visitare dall’Italia un sito con contenuti pornografici dovrà certificare la propria maggiore età. Il sistema previsto punta a garantire il cosiddetto “doppio anonimato”: la verifica dell’età sarà affidata a soggetti terzi, separati dai siti stessi, così che chi rilascia l’attestazione non saprà dove verrà utilizzata e chi gestisce la piattaforma non conoscerà l’identità dell’utente. Non si tratta però solo di limitare l’accesso ai porno online, ma più in generale di intervenire sull’esposizione dei minorenni a contenuti potenzialmente dannosi per la crescita emotiva, affettiva e sessuale.

Il prono online e la costruzione dei modelli relazionali

La questione, infatti, non riguarda soltanto la sfera sessuale in senso stretto, ma si riflette direttamente sulla costruzione dell’immaginario e dei modelli relazionali. La pornografia tende spesso a proporre rappresentazioni stereotipate dei ruoli di genere, della corporeità e del consenso. Non a caso, sempre secondo la stessa indagine, il 33% dei ragazzi maschi in età scolare non riconosce che la pornografia possa contribuire alla strumentalizzazione della donna, contro il 17% delle ragazze. A livello generale, il 41% degli adulti considera la pornografia un fattore che favorisce l’oggettificazione femminile, mentre un ulteriore 42% ritiene che l’effetto sia visibile “solo in soggetti predisposti”. Solo il 17% esclude completamente un legame tra porno online e violenza di genere.

Sempre più donne visitano siti hard

La fruizione, inoltre, non è più un fenomeno prevalentemente maschile: le donne rappresentano oggi il 29% degli accessi, una quota cresciuta significativamente rispetto al 24% registrato nel 2015. A conferma di un consumo sempre più normalizzato, diffuso e diversificato. Resta da capire quale sarà l’impatto reale delle nuove norme. Molti utenti, infatti, dichiarano di non voler condividere alcun dato personale pur di continuare a navigare liberamente. La risposta, come spesso accade nel mondo digitale, sarà probabilmente legata alla semplicità del sistema di verifica e alla capacità delle istituzioni di farlo rispettare senza scappatoie.


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