Attualità

Sicurezza ospedali, la richiesta di una svolta

di Angelo Vitale -


Sanità, il governo è chiamato a una svolta sulla sicurezza del patrimonio pubblico nazionale. Una necessità resa impellente anche dalla cronaca: recentissima, all’inizio del mese scorso, la tragedia dell’incendio che avvolse l’ospedale di Tivoli provocando tre morti e per il quale è in corso un’inchiesta per omicidio colposo plurimo.

Se, quindi, proprio oggi, nel rinnovare l’allarme per il timore di uno smantellamento della sanità pubblica, il sindacato Nursind ricorda l’esito di un sondaggio commissionato a Swg – “per un italiano su due il governo non ha migliorato le prestazioni e, soprattutto, non ha valorizzato né medici e né infermieri”, come ricorda il segretario nazionale Andrea Bottega -, in Parlamento una Risoluzione del presidente della commissione Sanità del Senato, Francesco Zaffini (FdI), impegna il Governo a “promuovere, attraverso il ministero della salute, coadiuvato da Agenas, in sede di Conferenza Stato-Regioni, un piano straordinario e urgente per la messa in sicurezza del patrimonio sanitario pubblico, con specifico riferimento alle vigenti norme in materia di sicurezza antisismica e antincendio, destinato anche a superare le criticità procedurali e attuative connesse all`utilizzo delle risorse dell`edilizia sanitaria”.

Una risoluzione che esorta inoltre a “mettere a disposizione delle Regioni e delle Province autonome le risorse finanziarie necessarie per la realizzazione del piano, con quote inutilizzate delle risorse, risorse a disposizione dell`Inail, per rafforzare la capacità progettuale e amministrativa delle Regioni del Mezzogiorno e per specifiche finalizzazioni, risorse del fondo per la coesione. E per far sì che il piano si ispiri al “metodo Pnrr” stabilendo la scadenza (auspicabilmente 30 marzo 2024) entro la quale ciascuna Regione, nel quadro della propria programmazione, è tenuta ad effettuare la ricognizione dei fabbisogni in materia di messa in sicurezza delle strutture sanitarie con identificazione della complessità dell`intervento e delle relative priorità, da articolare su tre livelli, nonché la scadenza per la successiva firma degli accordi di programma, entro 30-60-90 giorni dal completamento della ricognizione dei fabbisogni, a seconda del grado di complessità, che ciascuna Regione dovrebbe poter concludere separatamente, accorpando eventualmente gli interventi”.

Viene inoltre esortato il governo “a promuovere un monitoraggio periodico dell`attuazione del piano, con scadenza almeno semestrale, supportando, ove necessario, anche attraverso Agenas, le Regioni e le Province autonome nella predisposizione dei documenti di programmazione e della documentazione necessaria”, tenendone informato il Parlamento.

Una strategia che raccoglie la condivisione di Federsanità. “Dobbiamo guardare all`ospedale non solo nella prospettiva della realizzazione di nuove strutture, ma di quella, assai più frequente, d`interventi di riqualificazione e riadattamento dell`esistente – commenta la presidente Tiziana Frittelli che è pure dg del San Giovanni Addolorata di Roma – che, certamente, data la rilevante entità, non possono essere sostenuti con spese in conto corrente. Per questa ragione riteniamo opportuno e urgente un piano straordinario che possa mettere al centro delle azioni e scelte la rivisitazione delle procedure relative ai finanziamenti di cui all`articolo 20 della legge 67/1988, ad esempio, per liberare rapidamente risorse”.

Indispensabile, per Federsanità, “sostenere a tutti i livelli istituzionali la semplificazione delle procedure per l`utilizzo delle risorse per ammodernare il patrimonio ospedaliero e aprire una riflessione a tutto campo sul tema della sicurezza delle nostre strutture, dell`obsolescenza di molte di esse e della progressiva diminuzione della loro efficienza che, nel tempo, finisce per richiedere notevoli interventi di miglioramento, ed anche sulla non più tollerabile complessità delle procedure di autorizzazione”.

“Come opportunamente sostiene la risoluzione – afferma Frittelli – , è urgente inoltre promuovere un monitoraggio periodico rispetto alla messa in opera degli interventi. A questo si aggiunga che, laddove occorra ricorrere ai fondi dell`articolo 20 per sopperire alla carenza di risorse, la complessità si moltiplica, in quanto si tratta di applicare regole diverse per gli stessi lavori, con procedure, rendicontazioni e tempistiche molto diverse tra loro, lunghe, farraginose e non adeguate alla necessità di completare gli interventi che, comunque, si affiancano a quelli del Pnrr e che, per esempio, possono essere utilizzate per l`applicazione della normativa antincendio”.


Torna alle notizie in home