Politica

Smacco per Zaia in Veneto: maggioranza spaccata sul suicidio assistito

di Angelo Vitale -


Si spacca la maggioranza di centrodestra in Regione Veneto guidata da Luca Zaia: non è passata nel Consiglio regionale la legge di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito. L’Assemblea, dopo che la mancata approvazione dell’articolo 2 ‘Assistenza sanitaria in ogni fase del percorso di suicidio medicalmente assistito su richiesta della persona malata’ lo ha reso obbligatorio, ha votato il rinvio in commissione, con 38 voti favorevoli e 13 assenti, del progetto di legge di iniziativa popolare ‘Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito’. La proposta normativa, se non verrà affrontata in questi mesi, rimarrà incardinata all’ordine del giorno della prossima legislatura.

Aveva provato a smorzare in anticipo le polemiche interne alla maggioranza il governatore Luca Zaia: “Il Consiglio regionale non autorizza nulla, per il semplice fatto che il percorso sul fine vita è già stato definito dalla sentenza n. 242 del 2019 della Corte costituzionale, che ha garantito il suicidio medicalmente assistito in presenza di quattro requisiti: una patologia irreversibile; una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale; una patologia che crea sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili; una persona che sia in grado di esprimere un consenso libero e consapevole. Trovo quindi inaccettabile la tesi secondo la quale oggi il Consiglio regionale autorizza il suicidio medicalmente assistito: non corrisponde a verità”. Queste le sue parole in Consiglio.

“Rispetto le opinioni di tutti – aveva aggiunto – ma, su un tema così delicato e intimo, la priorità è tutelare le persone fragili -ha chiarito il presidente-. Le mie idee sono note, le ho già messe nero su bianco, ma oggi siamo qui per veder garantito un diritto sancito come inviolabile dalla nostra democrazia: permettere ai cittadini, che hanno raccolto almeno 7 mila firme, di presentare e di veder esaminato un determinato progetto di legge”.

Non è servito: Forza Italia contraria, contrari pure Fratelli d’Italia. Uno smacco per il governatore, alla prova di forza del terzo mandato, pedina nel domino finora inestricabile dei vertici nazionali tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani sul pacchetto di candidature da concordare per le prossime Regionali..




Torna alle notizie in home