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Esteri

Tempesta Byron: Gaza travolta dal maltempo

di Gianluca Pascutti -


La Tempesta Byron è arrivata nella Striscia di Gaza colpendo duramente un territorio già allo stremo. Migliaia di sfollati, costretti a vivere in tende fragili e ripari improvvisati sono in queste ore in grande difficoltà tra venti di estrema potenza e temperature gelide.

Un territorio vulnerabile sotto piogge torrenziali

La tempesta Byron ha portato piogge intense, venti violenti e grandine, trasformando strade e campi profughi in distese di fango e acqua stagnante. Le infrastrutture, già compromesse dai mesi di bombardamenti, non hanno retto, diversi edifici danneggiati sono crollati, mentre le squadre di protezione civile sono state costrette a intervenire in decine di punti critici.

Nei campi sovraffollati, dove vivono oltre 800 mila persone, le tende sono state allagate o divelte dal vento e la mancanza di materiali adeguati all’emergenza rende la popolazione ancora più esposta.

Una tragedia che colpisce i più fragili

Il maltempo ha già provocato vittime. A Khan Yunis, una neonata di otto mesi è morta per il freddo, dopo che la tenda della sua famiglia è stata investita dalla pioggia e dal vento. È un episodio che racconta con crudezza quanto la situazione sia diventata insostenibile per chi non ha protezioni, riscaldamento o accesso a cure adeguate.

Rischi sanitari

Le piogge hanno trascinato rifiuti non raccolti, acque reflue e detriti, creando un ambiente ideale per la diffusione di malattie gastrointestinali e infezioni respiratorie. Le reti fognarie, in gran parte distrutte, non riescono a contenere il flusso, e l’acqua contaminata si è infiltrata nei campi più affollati. Gli operatori umanitari temono un aumento di patologie legate alla scarsa igiene, mentre le scorte mediche restano limitate.

Una crisi che si somma alla crisi

La tempesta Byron è arrivata in un momento in cui la popolazione vive già in condizioni estreme. Le restrizioni all’ingresso di tende e strutture temporanee hanno aggravato la vulnerabilità degli sfollati, costretti a ripararsi con materiali improvvisati proprio mentre il maltempo peggiora. La combinazione di freddo, piogge e infrastrutture distrutte sta trasformando l’emergenza umanitaria in una corsa contro il tempo.


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