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Thermal runaway: la deriva termica delle batterie nell’incendio del bus di Mestre?

di Angelo Vitale -


Thermal runaway: la deriva termica delle sue batterie al litio è stata causa, concausa o elemento centrale nell’incendio che ha distrutto il bus elettrico caduto da un cavalcavia a Mestre? Lo accerterà la magistratura, che intanto ha già sequestrato il rottame del bus in cui sono morte 21 persone, tenendo a disposizione delle future perizie anche le batterie su cui “occorre operare in sicurezza”, fa sapere Bruno Cherchi, procuratore della Repubblica di Venezia.

Ma cosa è questo fenomeno e come può essere prodotto? La caduta del bus elettrico dal cavalcavia, da così grande altezza, può averlo generato? “L’abuso prolungato potrebbe provocare problemi alle batterie al litio utilizzate sugli automezzi elettrici, fino ad arrivare a provocarne l’incendio”. Francesco Vellucci è un ricercatore Enea impegnato da tempo sullo studio dei nuovi possibili materiali per queste batterie, nel laboratorio di Casaccia a Roma del Dipartimento Tecnologie energetiche e Fonti rinnovabili.

Lo interpelliamo a proposito della thermal runaway da tempo all’attenzione del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e dello stesso Enea, che hanno anche in passato congiuntamente lavorato a linee guida per affrontare gli incendi che coinvolgono batterie. A questo proposito Riccardo Boriassi, segretario generale aggiunto del Conapo, sindacato autonomo dei vigili del fuoco afferma: “Sono certo della professionalità dei vigili del fuoco in tutta Italia, periodicamente formati e aggiornati. Ogni incendio ha una sua lente di lettura e suoi modi di intervento e spegnimento”.

Parla di “abuso”, il ricercatore Vellucci dell’Enea. E, quando gli chiediamo se è vero che può accadere per “una caduta da grande altezza” come affermato anche da un sito specializzato, lo chiarisce: “E’ anche quello meccanico, causato per la compressione della batteria in una caduta. Anche solo in una sua parte, in una delle sue celle. Si può provocare quello che chiamiamo venting, l’uscita degli aeriformi che può innescare poi pure un incendio”. E intende anche aggiungere che “Gli automezzi elettrici sono protetti dal verificarsi di queste condizioni d’abuso”.

“Per questo – spiega – la ricerca e gli studi vengono attualmente declinati sui materiali che meglio possono favorire la sicurezza delle batterie. Sicurezza che, questo va precisato, in un settore industriale abbastanza recente è già a un livello avanzato e si sta migliorando ulteriormente. Ciò da tempo, negli automezzi elettrici, viene già comunque assicurato dai sempre più perfezionati sistemi di diagnostica e controllo. Perché questi fenomeni possono attuarsi anche senza effetti traumatici, durante la marcia, in casi eccezionali. Ed allora gli attuali alert avvisano da un lato il conducente tanto da poterlo indurre anche al fermo del veicolo e, dall’altro, consentono di escludere il funzionamento di tutta o della parte della batteria aggredita dall’accaduto. Mentre ogni produzione di batterie di questo tipo – anche questo è un elemento da precisare – è sempre preceduta da una serie di test, compresi quelli ne provocano la compressione per caduta dall’alto“.


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