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Unicef: “Ogni giorno in Ucraina muoiono in media due bambini”

I dati choc sulla guerra e l’impegno per evitare che i più piccoli finiscano vittime della tratta. Dall’organizzazione umanitaria un nuovo appello per il cessate il fuoco

di Giovanni Vasso -

UNICEF PIGOTTA PIGOTTE BAMBOLA DI STOFFA BAMBOLE


La guerra si accanisce sui bambini, i dati dell’Unicef sul conflitto in Ucraina sono strazianti: ogni giorno ne muoiono due e altri quattro restano feriti. L’organizzazione umanitaria ha diffuso cifre e numeri attorno alle drammatiche conseguenze dei combattimenti tra Mosca e Kiev. In appena cento giorni di guerra, i più piccoli hanno visto letteralmente sgretolarsi il mondo attorno a loro.

Secondo l’Unicef, tre milioni di bambini ucraini sono rimasti in patria mentre altri 2,2 milioni sono quelli che sono riusciti a rifugiarsi nei Paesi europei. Due bimbi su tre risultano sfollati a causa del conflitto. Oltre alle case, i ragazzini hanno perduto anche scuole e strutture sanitarie dedicate, colpite e distrutte dai bombardamenti. Tra queste, c’è stata anche una delle sei “scuole sicure” che l’Unicef aveva allestito in Ucraina. Al momento, l’organizzazione umanitaria delle Nazioni Unite ha comunicato di aver distribuito aiuti sanitari e medicinali a 2,1 milioni di sfollati, garantito acqua potabile ad altrettanti cittadini ucraini che vivono nelle aree del Sud e dell’Est, direttamente interessate dalla guerra. Inoltre l’Unicef ha dichiarato di aver fornito aiuti materiali e psicosociali a 610mila bambini e loro familiari, di aver garantito aiuti per l’istruzione ad altri 290mila ragazzini in età scolare.

Eppure i problemi e le insidie per i bambini vittime della guerra non sono ancora finiti. Il grande pericolo, adesso, è quello della tratta dei minori. Nei giorni scorsi, Telefono Azzurro aveva lanciato un allarme in tal senso. Durante un’iniziativa tenutasi a Roma sul tema dei bambini scomparsi, Ernesto Caffo, presidente e fondatore di Telefono Azzurro aveva affermato: “La scomparsa dei bambini rappresenta una delle piaghe più drammatiche della nostra società ed è un tema che si è allargato negli ultimi anni, soprattutto oggi con i bambini che fuggono dalla guerra. Quello che è successo durante le prime ore di questa crisi lo paghiamo come una ferita di conoscenza. Il passaggio dei bambini dai confini dell’Ucraina verso l’Europa ha portato all’entrata nell’area Schengen di tante situazioni talvolta di grande fragilità e sofferenza. A fronte di tutto ciò è necessario trovare delle risposte e questo può avvenire solamente attraverso il coordinamento delle istituzioni pubbliche, delle associazioni no profit e degli enti locali”.

Proprio su questo delicatissimo fronte, Unicef ha ribadito il suo impegno ed ha riferito di aver chiesto collaborazione al personale alle frontiere con l’Ucraina, proprio per scongiurare e contrastare il fenomeno della tratta. “I bambini che scappano da violenze sono esposti a significativi rischi di separazione dalla famiglia, di violenza, abusi, sfruttamento sessuale e tratta. La maggior parte sono stati esposti a eventi profondamente traumatici. Questi bambini hanno urgente bisogno di sicurezza, stabilità, servizi di protezione dell’infanzia e supporto psicosociale. Soprattutto coloro che sono non accompagnati o sono stati separati dalle famiglie”, ha riferito l’organizzazione umanitaria.

Che, davanti agli orrori e alle insidie che la guerra impone a chi è innocente, è tornata a domandare, con urgenza, che finalmente le parti in guerra decidano quantomeno di accordarsi sul cessate il fuoco.


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