Esteri

Usa e Gb all’attacco degli Houthi in Yemen: rischio guerra

di Angelo Vitale -


Contro gli attacchi dei ribelli Houthi filo-iraniani nel Mar Rosso alla circolazione navale, ora Stati Uniti e Regno Unito fanno sul serio ampliando l’area della risposta agli stanziamenti dei militanti nei territori yemeniti. Preceduta – come ha rivelato The Times – da una riunione del governo a Londra, convocata d’urgenza dal premier britannico, Rishi Sunak nella formula del comitato delle emergenze Cobra seguita da una del consiglio di Sicurezza Nazionale, è arrivata la scelta Gb di unirsi agli Usa nella decisione che sposta il sempre più frequente conflitto dalle aree navali agli interni dello Yemen.

La decisione, nella quotidiana constatazione che gli attacchi alle navi mercantili nel Mar Rosso stanno avendo un grave impatto sul traffico globale di container marittimi, con volumi nell’area in calo di quasi il 70% rispetto al carico previsto. Lo confermava ieri il Kiel Institute for the World Economy sottolineando che il volume dei container che attraversano il Mar Rosso “è crollato di oltre la metà ed è attualmente inferiore del 66% rispetto al volume che normalmente ci si aspetterebbe”. Un volume del carico attraverso il Mar Rosso attualmente di soli 200mila container al giorno, in calo rispetto ai circa 500mila di novembre. Un fenomeno che ha provocato la deviazione delle navi a causa degli attacchi nel Mar Rosso attorno al Capo di Buona Speranza in Africa, con un tempo necessario per trasportare le merci tra i centri di produzione asiatici e i consumatori europei che viene notevolmente prolungato fino a 20 giorni. In serata, a conferma di una situazione ogni giorno in grave evoluzione, la notizia della casa automobilistica Tesla che aveva comunicato di essere costretta a fermare per circa due settimane la produzione nel suo stabilimento tedesco, situato nelle vicinanze di Berlino per i problemi nella catena di approvvigionamento causati dagli attacchi con droni e missili alle navi nel Mar Rosso.

Un scelta comune di Usa e Regno Unito, la svolta, ribadita da John Kirby, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca.

L’attacco, sferrato nella tarda serata, ha visto gli Stati Uniti lanciare raid contro obiettivi degli Houthi in Yemen. Secondo la Cnn, sono stati impiegati caccia e sono stati lanciati missili Tomahawk. La Bbc riferisce che alle operazioni hanno partecipato anche le forze armate britanniche. I raid hanno preso di mira in particolare la capitale Sana’a e il porto di Hodeida sul Mar Rosso. Nella fase iniziale degli attacchi si sarebbero verificate almeno 4 esplosioni nella capitale e 5 nella città portuale. I raid hanno colpito una decina di obiettivi: sistemi radar, aree utilizzate per il lancio di droni, depositi e aree di lancio di missili. Gli Usa, nell’ambito dell’operazione, hanno lanciato missili da aerei, navi e da un sottomarino, l’USS Florida secondo le informazioni diffuse dalla Cnn, che ha fatto riferimento anche al sostegno offerto da ‘molte altre nazioni’. Sui raid è intervenuto il presidente Joe Biden affermando che sono stati “una risposta diretta agli attacchi senza precedenti che gli Houthi hanno condotto contro navi nel Mar Rosso”.

Gli Stati Uniti hanno precisato che, oltre all’impegno del Regno Unito, l’operazione si è svolta con il sostegno di “Australia, Bahrain, Canada e Paesi Bassi”, colpendo “oltre 60 obiettivi situati in 16 posizioni di militanti Houthi sostenute dall’Iran, tra cui nodi comandi, depositi di munizioni, sistemi di lancio, impianti di produzione e sistemi radar di difesa aerea”. Nelle dichiarazioni Usa non è citata l’Italia, da settimane presente nell’operazione militare nel Mar Rosso dopo l’adesione iniziale a Prosperity Guardian.

Ora, come L’identità ha scritto, il rischio è un’escalation di questa evoluzione, trasformando in guerra di fatto il contrasto militare agli Houthi nel Mar Rosso. Un portavoce degli Houthi, Mohamed Abdel Salam in un post su ‘X’ ha definito “ingiustificato” l’attacco contro lo Yemen. Nasser Kanani, il portavoce del ministero degli Esteri iraniani, l’ha definito “una violazione del diritto internazionale e della sovranità e dell’integrità territoriale dello Yemen”. L’Arabia Saudita ha invitato alla “moderazione”. Gli Hezbollah hanno colto l’occasione di attaccare Gli Usa “partner a pieno titolo nelle tragedie e nei massacri commessi dal nemico sionista a Gaza e nella regione”. La Russia ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.







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