Economia

Virata sui crediti e il Superbonus riparte

di Giovanni Vasso -


Superbonus, governo e associazioni degli esodati hanno fissato l’obiettivo: risolvere il problema dei crediti incagliati entro, e non oltre, la metà di agosto. Con un decreto ad hoc. Da trovare, però, rimane la strategia. Per il momento, le ipotesi sul tavolo, riunitosi lunedì scorso e attorno al quale si sono seduti i rappresentanti degli esodati ed Enrico Zanetti, consigliere del ministro all’Economia e alle Finanze Giancarlo Giorgetti, sono tante. Una di quelle più accreditate riguarda la possibilità di concedere una moratoria a favore di cittadini e imprese che non sono ancora riusciti a ottenere i crediti dovuti. In pratica, il governo potrebbe scegliere di bloccare le azioni civili e i pignoramenti intentati nei confronti dei soggetti che, per le ragioni fin troppo note, non hanno ancora incassato i crediti previsti dalla normativa del Superbonus. Una decisione che potrebbe rientrare in quelle ritenute affini agli aiuti di Stato. Che l’Ue avversa ma sulle quali potrebbe prestissimo allentare le maglie, come richiesto, tra gli altri, dalla Germania e dai Paesi frugali.
All’indomani della riunione, gli esodati si sono espressi con parole cariche di attesa e di speranza verso una rapida risoluzione del problema che li attanaglia. “La riunione, avvenuta a seguito dell’incontro con il Ministro dell’Economia Giorgetti del 12 luglio, ha avuto un esito molto positivo. Le proposte dell’associazione sono state sviscerate punto per punto e condivise dal dottor Zanetti che ha confermato la volontà di renderle immediatamente concrete, con i dovuti adeguamenti al linguaggio legislativo, attraverso un decreto d’urgenza da emanare entro la metà di agosto”, si legge in una nota dell’associazione che ha partecipato all’incontro con il suo vicepresidente Domenico Passarella: “Un atto – aggiungono gli esodati – che avrà l’obiettivo, così come richiesto dall’associazione, di salvaguardare tutti i soggetti che hanno avviato i cantieri fintanto che la norma ha permesso di usufruire dei bonus previsti”.
Le ipotesi sono diverse e nei prossimi giorni la rosa di possibili soluzioni dovrebbe sfoltirsi. Oltre all’idea di una moratoria, resterebbero sul tavolo anche le proposte legate alla cancellazione, per le imprese che ancora attendono la liquidazione del credito, delle segnalazioni alla centrale rischi per i soggetti inadempienti. L’obiettivo, insomma, è evitare una valanga di fallimenti che tutti temono a causa del blocco dei crediti che sono rimasti incagliati. E si tratta di un numero di operatori che, di sicuro, non è da sottovalutare. Anzi, sarebbe più alto di quello che si potrebbe pensare. Inoltre, la saga Superbonus rischia di trasformarsi in un trauma per le imprese edili che, come riporta un’indagine Argenta Soa, sono rimaste scottate dalle scelte del governo in merito al Superbonus: “Solo per il 31% delle imprese il giudizio sulla decisione del Governo di bloccare il Bonus del 110% è positivo; è negativo per il 66%. Un dato emblematico è che solo il 17% delle imprese intervistate valuta con interesse lavori da realizzare a privati che beneficiano dei bonus edilizi, rispetto ad un 83% che ne dà un giudizio negativo”. Gli imprenditori, invece, si dividono sulla visione dell’immediato futuro. Ma la preponderanza resta netta: “Per il 58% delle aziende i ritardi dei pagamenti e i crediti incagliati stanno rallentando i piani di crescita rispetto ad un 42% che crede il contrario”. Intanto, con la questione crediti da risolvere, il Superbonus può ripartire. Almeno per i redditi bassi, con la possibilità di sfruttare il 110% di bonus per lavori a condomini, Rsa e immobili di edilizia popolare.


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