Il Mercatino di Natale di Bolzano è stato inaugurato ieri sera ed è subito folla nel centro storico. Anche se, per il momento, non ci sono dati ufficiali in città si nota un notevole afflusso di turisti. "Siamo partiti bene, già ieri sera per l'inaugurazione, ma anche oggi nel primo giorno di apertura vera e propria", conferma la direttrice dell'Azienda di soggiorno Roberta Agosti. "Sono molto richieste anche le visite guidate, questo ci fa ben sperare", aggiunge. Quest'anno le attese per il tradizionale assolta di turisti nel ponte di Sant'Ambrogio sono più basse, perché i due giorni festivi cadono di sabato e domenica, 29 novembre 2024. ANSA / Wallisch
Non è solo una competizione tra città ma, ormai, la certificazione di un divario che allontana sempre di più due Italie: al Nord si vive meglio che al Sud. Anzi, nel Settentrione si campa sempre meglio rispetto al Mezzogiorno. Il risultato dell’inchiesta del Sole 24 Ore sulla qualità della vita in Italia restituisce, ancora una volta, l’immagine di un Paese diviso in due. Da una parte ci sono Bolzano, Gorizia e Lecco, rispettivamente le città in cui vivono meglio gli anziani, i giovani e i bambini. Il dramma, per il Sud, è che (pure) il podio delle tre classifiche è completamente appannaggio dell’Italia del Nord. Per gli over 65, oltre che a Bolzano, si vive benissimo anche a Treviso (seconda) e Trento. Per i giovani tra i 18 e i 35 anni, la prima scelta è Gorizia ma seguono poi la stessa Bolzano insieme a Cuneo e Trieste. Per i bambini, dopo Lecco in graduatoria ci sono Siena e Aosta. E il Sud? Si brancola nel buio. Peggio ancora in Sicilia. Trapani è la città peggiore dove passare la propria vecchiaia, Caltanissetta quella meno “amica” dei bambini. Ma, più in generale, è tutto il Mezzogiorno ad avere un (serio) problema con l’infanzia: 19 degli ultimi 20 posti sono tutti occupati da città meridionale. Menzione di (dis)onore per Milano. Le metropoli vanno maluccio in questa classifica ma la capitale morale d’Italia è la città in cui la sicurezza stradale è la più bassa di tutto il Paese. Infine c’è un dato “sociologico” impressionante: lo strano caso degli adolescenti tra gli 11 e i 13 anni che sono accompagnati in tutto, specialmente nei compiti a casa, ma che poi sono lasciati a sé stessi nel mondo digitale. Un paradosso tutto italiano che fa emergere il (grave) problema della gestione del tempo e, soprattutto, della supervisione dei più giovani sulla frontiera digitale.