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Ucciso Ali Shadmani (VIDEO), il regime iraniano prova a resistere

Continuano le operazioni militari aeree di Israele che puntano a logorare la catena di comando del regime

di Giorgio Brescia -


Le sirene hanno suonato a lungo a Tel Aviv per celebrare l’ennesimo duro colpo ai vertici militari del regime in Iran: Ali Shadmani era un alto comandante militare iraniano, molto vicino alla Guida Suprema Ali Khamenei, e capo dello Stato Maggiore in tempo di guerra nonché comandante del quartier generale militare di Khatam al-Anbiya, un ruolo strategico nel programma missilistico e militare dell’Iran.

Come è stato ucciso

Shadmani è stato ucciso in un raid aereo israeliano mirato nella notte a Teheran, condotto dall’Aeronautica militare israeliana come parte dell’operazione “Leone Nascente” che ha colpito obiettivi militari e nucleari iraniani. L’attacco ha preso di mira un centro di comando strategico nel cuore di Teheran, causando anche danni a infrastrutture chiave per la gestione delle operazioni militari iraniane. L’operazione è stata possibile grazie a precise informazioni di intelligence fornite dalla Direzione di Intelligence dell’Idf, che hanno permesso di cogliere un’improvvisa opportunità nella notte tra martedì e mercoledì per colpire il comandante militare più alto in Iran.

Un duro colpo per il regime

La sua uccisione rappresenta un duro colpo per il regime iraniano, provocando una crisi profonda nella catena di comando militare della Repubblica Islamica. Khamenei è stato costretto a nominare rapidamente nuovi leader per sostituire almeno venti comandanti eliminati, tra cui figure di vertice come Hossein Salami e Mohammad Bagheri. Questa rapida successione di perdite ha devastato la leadership militare iraniana, lasciando il regime in una condizione di ulteriore isolamento e preoccupante vulnerabilità.

Come resiste il regime

La catena di comando militare iraniana attuale è stata decapitata, profondamente colpita e destabilizzata dagli attacchi israeliani dell’operazione “Leone Nascente”. I vertici militari, inclusi comandanti di alto rango come Hossein Salami, comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica e Mohammad Bagheri, capo di stato maggiore dell’esercito regolare, sono stati eliminati e sostituiti con nomine rapide da parte della Guida Suprema Ali Khamenei.

Si susseguono, da più parti riprese, voci e indiscrezioni su una possibile via di fuga dei principali esponenti del regime in Russia, ipotesi che al momento – in assenza di conferme ma pure di ulteriori rumors da Mosca – deve essere considerata solo un ulteriore espediente della propaganda israeliana per logorare il regime.


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