Preoccupazioni e rischi: 1,7 milioni di italiani possiedono 2,5 miliardi di criptovalute
C’è in Italia una “spinta dell’illusione di facili guadagni derivanti dalle criptovalute come Collodi descrisse nel Campo dei miracoli di Pinocchio”: parole di Paolo Savona, presidente della Consob nella sua relazione al mercato finanziario.
Italiani come il burattino di Collodi che piantava monete d’oro
Una citazione per mettere in guardia contro la mentalità diffusa di arricchimento facile che accompagna il fenomeno delle crypto, come l’ingenuo Pinocchio che pensava di far crescere le monete d’oro piantandole nel terreno.
In Italia esistono rischi come nella crisi del 2008
Da Savona pure una preoccupante analogia con la crisi finanziaria del 2008, ipotizzando rischi sistemici legati all’eccessiva fiducia in strumenti finanziari che poco sono regolamentati.
I controlli sono trascurati: ecco cosa succede nel nostro Paese
Ma proprio la Consob – ha trattato una cinquantina di esposti sull’argomento a partire dalla metà dello scorso anno – appartiene al complesso quadro regolatorio che da noi ha manifestato rallentamenti e incertezze. Se ne occupa con Banca d’Italia, Agenzia delle Entrate e Parlamento, ognuno con competenze diverse (vigilanza, antiriciclaggio, fiscalità).
Le norme sono frammentate
E’ un quadro normativo parziale e a volte frammentato, regole fiscali aggiornate solo recentemente e obblighi di registrazione avviati solo dal 2022, mentre soltanto quest’anno l’Italia ha recepito pienamente il Regolamento europeo e una disciplina armonizzata per le cripto-attività nell’Ue: prima il quadro italiano era meno chiaro e meno coordinato con le direttive europee.
Un mercato da 2,5 miliardi di euro
Al 31 marzo scorso, in Italia oltre 1,7 milioni di persone possedevano criptovalute, con un aumento del 4% rispetto alla fine del 2024, il valore complessivo detenuto dagli italiani è diminuito del 18% ma vale pur sempre circa 2,5 miliardi di euro.