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Cronaca

Asti, sgominato giro di schiave sessuali

di Redazione -


Un fiorente giro di prostituzione gestito da una cittadina cinese che sfruttava due connazionali come schiave sessuali è stato smantellato dagli agenti della Polizia di Stato di Asti. L’operazione, condotta dagli investigatori della Squadra Mobile in collaborazione con l’Ufficio Immigrazione, ha portato all’arresto della responsabile, al sequestro di due appartamenti utilizzati come case di appuntamento e al rinvenimento di 50mila euro in contanti, ritenuti proventi dell’attività illecita. Le indagini sono partite da una serie di controlli incrociati sui flussi migratori e sulle posizioni di alcune cittadine straniere, che hanno insospettito la Polizia. In particolare, gli investigatori hanno scoperto che la donna – regolarmente residente in Italia grazie a un permesso di soggiorno per lavoro – aveva messo a disposizione due abitazioni nel centro di Asti a un gruppo di connazionali prive di regolare titolo di soggiorno che sono finite per essere delle vere o proprie schiave sessuali. Le donne erano infatti costrette a prostituirsi, consegnando gran parte dei guadagni alla loro sfruttatrice. Per incrementare il giro d’affari, la responsabile pubblicava annunci su riviste locali, pubblicizzando i “servizi” offerti dalle ragazze. Un vero e proprio sistema organizzato, che permetteva alla maitresse di reclutare clienti e controllare le attività a distanza.

Il controllo con telecamere

Un elemento che ha colpito gli inquirenti è stato il sofisticato metodo di sorveglianza escogitato dalla donna. All’interno degli appartamenti, infatti, erano installate telecamere collegate a dispositivi elettronici per la gestione da remoto. In questo modo la responsabile poteva monitorare costantemente i movimenti delle donne e dei clienti, riducendo al minimo il rischio di scoperta e mantenendo un controllo totale sull’attività. Durante le perquisizioni, i poliziotti hanno sequestrato non solo gli immobili e il denaro contante, ma anche le telecamere e l’attrezzatura informatica utilizzata per il controllo a distanza. La donna, di origini cinesi e titolare di un permesso di soggiorno per lavoro, è stata raggiunta da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Asti. Le accuse a suo carico sono pesanti: sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, nonché violazioni legate alla normativa sull’immigrazione. Gli investigatori hanno inoltre accertato che, per ottenere la regolarizzazione sul territorio italiano, la donna aveva dichiarato un domicilio fittizio presso l’abitazione di un cittadino italiano. L’uomo, risultato estraneo al giro di prostituzione, è stato comunque denunciato per aver favorito la falsa dichiarazione.

Un fenomeno radicato

Il caso scoperto ad Asti conferma come il fenomeno dello sfruttamento della prostituzione continui a rappresentare un fronte delicato per le forze dell’ordine, soprattutto in relazione a gruppi organizzati che fanno leva sulla vulnerabilità di donne straniere irregolari rendendole schiave sessuali. Il sequestro degli immobili e del denaro rappresenta un duro colpo al giro d’affari illecito. L’arresto della responsabile e le espulsioni eseguite rafforzano il messaggio di fermezza nella lotta alla tratta e alla prostituzione coatta. Le indagini, intanto, proseguono per verificare eventuali collegamenti con altre realtà criminali sul territorio piemontese e nazionale.


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