L'identità: Storie, volti e voci al femminile Poltrone Rosse



Attualità

Dalla Cina con furore! Ma senza preservativi

Quando un governo non sa come affrontare il crollo demografico, finisce per tassare ciò che può, non ciò che serve.

di Andrea Fiore -


A volte una decisione piccola racconta una storia molto più grande. In Cina è successo con una riga dentro una riforma fiscale: dal 2026 i preservativi avranno di nuovo l’IVA al 13%. Per trent’anni erano stati esenti. Ora non lo sono più.

Dietro questa scelta c’è un problema enorme. La Cina sta perdendo abitanti. Nel 2024 sono nati meno di 9 milioni di bambini, il numero più basso mai registrato. I morti hanno superato i nuovi nati. E gli esperti dicono che entro il 2050 il Paese potrebbe perdere quasi 100 milioni di persone.

Dopo il flop degli incentivi arrivano le tasse sui preservativi

Il governo ha provato a fermare questo declino con incentivi, aiuti economici, promesse di servizi migliori. Ma non è servito. Le coppie non fanno figli perché la vita costa troppo: case care, lavoro incerto, scuole stressanti. Avere un bambino è diventato un peso che molti non possono sostenere.

Così Pechino cambia strategia. Non solo aiuti, ma anche ostacoli. Rendere più costosi i contraccettivi significa rendere meno semplice evitare una gravidanza. Non lo dicono apertamente, ma il messaggio è chiaro: “se non volete figli, almeno non dev’essere troppo facile”.

Meno bonus, più sicurezza

Il problema è che questa scelta non risolve nulla. E non riguarda solo la Cina. Anche Giappone, Corea del Sud e Italia hanno tassi di natalità bassissimi. Ovunque i governi scoprono che non basta un bonus per convincere le persone a mettere al mondo un figlio. Le nascite aumentano quando le persone si sentono sicure, non quando vengono spinte.

In Cina, però, c’è un elemento in più: la tentazione di controllare direttamente la vita privata. Se la società non cambia abbastanza in fretta, si interviene sulle scelte individuali. È un modo rapido, ma non efficace, di affrontare un problema enorme.

Gli esperti avvertono che la tassa potrebbe far aumentare le malattie sessualmente trasmissibili. Le associazioni per i diritti riproduttivi parlano di un passo indietro. E sui social cinesi molti scrivono la stessa cosa: “Non è il prezzo dei preservativi che ci impedisce di fare figli, è il prezzo di tutto il resto”.

Leggi anche: La Cina avvia esercitazioni militari a Taiwan: “Irresponsabili”


Torna alle notizie in home