Attualità

A Gaza finiti carburante e acqua pulita: per cucinare e riscaldarsi si bruciano alberi e rifiuti

di Angelo Vitale -


Ovunque gli alberi siano rimasti in piedi nella Striscia di Gaza, vengono abbattuti per bruciarli. Per riscaldarsi davanti a un fuoco, per riscaldare l’acqua per lavarsi, per sterilizzare quella da bere. Lo scrive The Guardian, raccontando che sono introvabili anche i mobili e gli infissi abbandonati negli immobili abbattuti. E che i residenti stanno bruciando pure i rifiuti, per cucinare e riscaldarsi. Bruciano pure i volantini che le forze militari israeliane lanciano dall’alto nei quartieri segnalando di volta in volta le aree e le zone da evacuare.

Usano stufe grezze fatte di argilla, rottami metallici o mattoni per reggere le pentole.Il carburante è ormai introvabile, come l’acqua pulita. E lo spettacolo quotidiano è quello di persone, adulti e bambini, che trascinano alberi, rami o pezzi di legno. A bordo di biciclette o a mano. La ricerca è continua, per i pochi alberi rimasti, anche nella periferia delle zone ancora abitate. E impegna ore per cercarli, tagliarli, trasportarli nei rifugi.

Secondo il World Food Progamme – scrive The Guardian – , il 70% degli sfollati nel sud di Gaza, a Rafah, si affida alla legna da ardere per riscaldarsi e il numero di quelli senza carburante è raddoppiato nelle ultime due settimane al 15%, le famiglie senza cibo sono aumentate dal 38% al 56%. E recente è una crescita significativa dei casi di malattie respiratorie: l’Organizzazione Mondiale della Sanità riferisce di 129mila casi di infezioni respiratorie acute dalla scorsa settimana. Infezioni che il World Food Programme attribuisce anche all’uso di “combustibile sporco” utilizzato nella vita quotidiana a Rafah.


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