Esteri

PRIMA PAGINA – Carlo III, malattia, successione e futuro della monarchia britannica

Carlo è salito al trono a 73 anni con un’eredità pesante e ora la figura di William si fa sempre più centrale

di Marina Cismondi -


Alla luce delle notizie attuali, si potrebbe dire che non è stata una gran scelta, alla morte di Elisabetta, decidere di chiamarsi Carlo III. Carlo I divenne re d’Inghilterra, Scozia, Irlanda e Francia dal 1625 fino alla morte, avvenuta per decapitazione nel 1649. Fu un re impopolare, l’unico monarca britannico ad essere stato processato e giustiziato per tradimento, mentre il figlio, Carlo II – noto come il Merry Monarch (Il re allegro, per le tante avventure e la decina di figli illegittimi) – trascorse molti anni in esilio ed il suo regno fu caratterizzato anche dalla peste e dal Grande incendio di Londra, che nel 1666 distrusse l’80% della città.

Scaramanzia a parte, l’annuncio della malattia di Re Carlo, diffuso a febbraio 2024, è arrivato come un fulmine a ciel sereno: cancro. E come se non bastasse a distanza di poco più di un mese anche la moglie dell’erede al trono William, Kate Middleton, dichiarò di lottare contro la stessa malattia. Il sovrano, 76 anni compiuti lo scorso novembre, ha iniziato un ciclo di cure e ha deciso, saggiamente, di ridurre gli impegni pubblici. Ma questo ha subito acceso un riflettore che i Windsor cercano volutamente, da sempre, di tenere spento: quello della successione. Riflettori che si sono potentemente riaccesi lo scorso 12 giugno, a causa di un altro scoop che ha scosso profondamente il Regno Unito: il tumore di re Carlo è incurabile. A rivelarlo sono state fonti americane e britanniche, secondo cui i medici avrebbero confermato che la forma tumorale diagnosticata al sovrano non è curabile con i trattamenti attualmente disponibili. Buckingham Palace ha confermato che il Re non abdicherà — “sta bene, è forte, continua a lavorare”, dicono i portavoce, mentre le sue apparizioni pubbliche diventano sempre più rare e filtrate. Si dice che Carlo sia determinato a regnare fino alla fine, come la madre, con la differenza che, mentre Elisabetta sembrava mossa da una forza inesauribile, lui appare decisamente stanco e provato.

Carlo ha dovuto aspettare una vita per indossare la corona, un tempo sufficiente per laurearsi a Cambridge (primo erede al trono laureato), diventare erede al trono dal 1952 al 2022 (il l più longevo erede al trono della storia delle isole britanniche), distruggere il matrimonio con la povera Diana Spencer, risposarsi con il vero amore della sua vita, Camilla Shand e diventare re a 73 anni. E ora che è re, il destino sembra voler giocare un altro brutto scherzo alla famiglia reale. Famiglia che continua a non aver pace, dal disastroso matrimonio “troppo affollato” di Carlo e Diana, al principe Andrea legato allo scandalo del miliardario pedofilo Jeffrey Epstein, giusto per fare due esempi. La domanda, comunque, resta una sola: chi verrà dopo Carlo? L’indiziato numero uno – senza dubbio alcuno – è il principe William. 43 anni appena compiuti, volto rassicurante, padre di famiglia numerosa e rispettabilmente noioso (qualità molto apprezzata in tempi di reality e scandali reali).

E’, ufficialmente, il primo in linea di successione, il candidato perfetto per continuare la monarchia. William ha studiato all’Università di St Andrews (Scozia), ha ricevuto una formazione militare alla Royal Military Academy Sandhurst e ha prestato servizio nella Royal Navy e nella Royal Air Force. Nel 2011 ha sposato Kate Middleton, che è diventata a sua volta un’icona più amata dell’attuale regina (e anche più fotografata). Il loro pacchetto familiare – William, Kate, George, Charlotte e Louis – è la versione 2.0 della monarchia: un po’ social, molto misurata, perfetta per essere stampata su tazze e calendari. Se Carlo dovesse decidere – per ragioni di salute o semplice realismo – di abdicare, William sarebbe pronto. Anzi, probabilmente è pronto da quando ha imparato a camminare. E tutti si aspettano che lo faccia senza troppi scossoni, com’è nello stile della casa. Ovviamente, c’è anche Harry, il principe ribelle che ha detto addio alla vita di corte per abbracciare il sole californiano e le produzioni Netflix. Ma i tempi del “Megxit” sembrano lontani, e gli ultimi segnali – viaggi a Londra, interviste dove afferma “voglio riconciliarmi con mio padre”– fanno pensare che il Duca di Sussex non sia poi così allergico al castello. Rimane, però, fuori dai giochi: ufficialmente è quinto in linea di successione.

Davanti a lui ci sono William ed i suoi tre figli: George, undicenne, Charlotte, di nove anni ed il piccolo scatenato Louis. La monarchia britannica, oggi, appare decisamente sottotono. Il regno di Carlo III ha un valore simbolico più che politico, è un ponte tra un “prima” – un’epoca gloriosa che deve pesare come un macigno su di lui (quella di Elisabetta II) – ed un futuro ancora da definire. William rappresenta il “dopo”, la monarchia adattata al XXI secolo, che parla ai giovani e tiene in piedi una struttura che, senza il carisma della defunta regina, ha bisogno di nuove fondamenta. La malattia di Carlo, per quanto gestita con discrezione e dignità, ci ricorda che la storia può cambiare da un momento all’altro. Per ora, re Carlo III resta sul trono, tra visite mediche e brevi apparizioni pubbliche, come un sovrano “part-time” ma ancora in carica. La successione, ufficialmente, non è ancora in discussione, m a è chiaro a tutti che i preparativi – politici, mediatici, emotivi – sono già iniziati. E se il regno di Carlo III dovesse essere breve, sarà ricordato forse non per grandi eventi storici, ma per aver accompagnato, con stile e molto coraggio, il passaggio a una nuova fase. Probabilmente più moderna, magari meno carismatica, certamente più giovane.
Ma fino ad allora, “God save the King”.


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