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Economia

Col Natale torna il caro voli: i numeri choc dei rincari

Il Codacons denuncia aumenti a tripla cifra e "chiama" Antitrust. Enac e Mit. I dati di Assoutenti

di Martino Tursi -


Adesso sì che è Natale: con l’avvicinarsi delle feste, torna il caro voli e decollano i prezzi dei biglietti aerei. E i consumatori sono già sul piede di guerra. Denunciano rincari di proporzioni apocalittiche, contestano le modalità di composizione dei prezzi. Notano che è in atto, come lo è da anni, una sorta di speculazione che colpisce, in prima battuta, tutti coloro che vivono al Nord e che vorrebbero passare le feste di dicembre in famiglia, al Sud. E adesso sono pronti a chiedere l’intervento delle istituzioni, invocando l’intervento dell’Antitrust.

Caro voli a Natale: i numeri della stangata

Secondo i calcoli pubblicati dal Codacons, volare durante le feste di Natale (o più in generale a dicembre) rappresenta un vero e proprio atto di coraggio. E di sprezzo del pericolo. Stando ai consumatori, infatti, le tariffe, in questo periodo, sono (già) aumentate del 900 per cento rispetto ai livelli normali dei prezzi sui biglietti aerei. In pratica si spenderà quasi dieci volte tanto. Il Codacons, a supporto della sua denuncia, ha messo a confronto numeri, cifre e dati. E ha scoperto che, sulla tratta Milano-Palermo, i rincari sono fuori controllo. Rispetto a una tariffa minima, che per il Codacons è da fissare sui 17 euro richiesti per un biglietto con data 13 gennaio, oggi volare dal capoluogo lombardo a quello siciliano costerebbe 170 euro. Quasi dieci volte tanto.

Un listino da paura

Non va certo meglio a chi, da Milano, vorrebbe raggiungere Catania. Il biglietto del 23 dicembre costerà infatti 178 euro, addirittura il 790% in più rispetto ai 20 euro del 13 gennaio. Roma non fa eccezione. I rincari riguarderanno pure gli scali aeroportuali della Capitale. Il Codacons snocciola i numeri: la tratta Roma-Catania nelle stesse date passa da 17 a 146 euro (+758%), +616% quello della Roma-Palermo (da 18 a 129 euro). Male, malissimo, pure la Sardegna. Sale del +350% la tariffa del volo Milano-Cagliari (da 18 a 81 euro). Da Roma a Cagliari, invece, l’aumento del biglietto rispetto alle tariffe di gennaio è del +182%. Di fronte a queste cifre, il Codacons ha annunciato una raffica di ricorsi ed esposti. Che saranno inoltrati all’autorità Antitrust, ma pure all’Ente nazionale per l’aviazione civile dell’Enac e al Ministero dei Trasporti di Matteo Salvini. Che dovranno dare risposte ora sul caro voli di Natale.

Le cifre di Assoutenti

A corroborare l’analisi del Codacons arrivano pure le cifre diffuse da Assoutenti. Secondo cui, oggi, volare per rientrare a casa e poi tornare al lavoro potrebbe pesare fino a 800 euro nelle tasche di famiglie e lavoratori. Per l’organizzazione partendo il 24 dicembre e tornando il 6 gennaio, servono un minimo di 505 euro per andare da Torino a Palermo e ritorno, e ben 492 euro per volare da Pisa a Catania. Da Torino a Catania, nelle stesse date, servono 422 euro, che scendono a 411 euro da Milano a Palermo, stesso prezzo della tratta Verona-Palermo. Ma questi sono solo i costi per imbarcarsi. Poi ci sono quelli accessori: “A seconda della compagnia scelta e dell’orario del volo, i biglietti di andata e ritorno possono arrivare a superare quota 800 euro, come nel caso del collegamento Milano Linate- Catania che raggiunge il record di 841 euro, più di un volo intercontinentale”.

Caro voli sì ma a Natale pure caro treni

Ecco, appunto. Quasi converrebbe, con questi prezzi, andarsene alle Maldive piuttosto che tornarsene al Sud. Non andrà molto meglio a chi preferirà il treno. In questo caso, secondo Assoutenti, non si scampa al salasso. “Ipotizzando un viaggio di sola andata sabato 20 dicembre con collegamenti alta velocità, servono almeno 199 euro per la tratta Torino-Reggio Calabria, 185 euro da Milano a Reggio Calabria, 183 euro da Torino a Lecce, 153 euro da Milano a Lecce, 167 euro da Genova a Reggio Calabria”, spiegano gli analisti dei consumatori. Certo, non si tratta degli stessi esborsi ma, comunque, la stangata c’è.

La “tassa” sul Natale

Una vera e propria “tassa” sul Natale. Che arriva, puntuale, ogni qualvolta scatta dicembre. E che paralizza il Paese sfruttando il “dovere” di tanti lavoratori che vivono fuori. Non è un problema di adesso. È un guaio che si ripete puntuale ogni anno. E che, anzi, talora si manifesta più volte l’anno, sempre in coincidenza delle feste comandate e delle vacanze. Un nodo, vero, su cui s’è detto fin troppo. Senza aver trovato, almeno per ora, una soluzione che sia capace di calmierare i costi e di evitare l’insorgere di aumenti a tre cifre nei momenti dell’anno a più intenso traffico.


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