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Da Meloni il no a truppe Ue in Ucraina, la condanna del voto-farsa in Russia, lo stop a Israele per la spinta su Rafah

di Angelo Vitale -


Il no all’invio di truppe Ue a Kiev, il pericolo di un’accelerazione del conflitto, la netta condanna del voto-farsa in Russia che ha confermato al vertice Vladimir Putin con una sorta di plebiscito più ampio delle aspettative, il no a un’intensificazione militare israeliana nei territori di Rafah. Giorgia Meloni parla in Parlamento nell’approssimarsi di “uno degli ultimi Consigli europei di questa legislatura comunitaria”.

Sul tavolo in Europa, innanzitutto “la risposta europea all’aggressione russa. Insieme agli altri leader europei ribadiremo ancora una volta il nostro sostegno all’Ucraina. In questi giorni si è molto discusso della proposta avanzata in particolare dalla Francia circa un possibile intervento diretto di truppe di Nazioni dell’Unione europea in Ucraina. Approfitto per ribadire, anche in quest’aula, come fatto ampiamente dal ministro degli Esteri Tajani, che la nostra posizione non è favorevole in alcun modo a questa ipotesi, che consideriamo foriera di una escalation pericolosa, da evitare, invece, ad ogni costo”. “Sostenere l’Ucraina – ha precisato – vuol dire tutelare il nostro interesse nazionale, e il nostro impegno rimane finalizzato, su tutto, alla creazione delle condizioni per una pace giusta e duratura”. “E mi stupisce – ha aggiunto -, ma forse non dovrebbe, che proprio chi più si riempie la bocca con la parola pace abbia contestato la sottoscrizione da parte italiana di un accordo pluriennale di cooperazione di sicurezza con l’Ucraina”.

“Ribadiamo – ha poi inteso chiarire a proposito del tema divenuto tema di possibile frizione con la Lega – la nostra condanna allo svolgimento di elezioni farsa in territorio ucraino e alle vicende che hanno portato al decesso in carcere di Alexei Navalny, il cui sacrificio in nome della libertà non sarà dimenticato”. Parole che hanno fatto poi registrare, in un’Aula ove veniva notata l’assenza del leader Matteo Salvini, le dichiarazioni dell’ex ministro leghista Gan Marco Centinaio, tutte in sintonia con l’azione del governo esplicitata dalla premier.

Nell’intervento della presidente del Consiglio anche il conflitto israelo-palestinese: “Sono reduce da una missione in Egitto – ha detto – , nel corso della quale insieme alla presidente della Commissione europea e diversi leader europei abbiamo incontrato il presidente Al Sisi, con il quale abbiamo discusso della situazione a Gaza e della necessità di continuare a lavorare senza sosta per evitare una estensione del conflitto”. In Europa “ribadiremo ancora una volta la nostra ferma condanna della brutale aggressione perpetrata da Hamas il 7 ottobre scorso, la richiesta di un immediato rilascio di tutti gli ostaggi israeliani ancora detenuti a Gaza, il legittimo diritto all’autodifesa di Israele da esercitarsi con proporzionalità e nel rispetto del diritto internazionale umanitario. Non possiamo restare insensibili di fronte all’enorme tributo di vittime civili innocenti a Gaza. E ribadiremo la nostra contrarietà a un’azione militare di terra da parte di Israele a Rafah che potrebbe avere conseguenze ancora più catastrofiche sui civili ammassati in quell’area”. Perciò “riaffermeremo la necessità di assicurare la consegna in sicurezza degli aiuti umanitari e il sostegno all’iniziativa Amalthea per un canale marittimo da Cipro a Gaza finalizzato alla consegna degli aiuti stessi”.


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