Cultura & Spettacolo

Danilo Arena: “Sono un agente seducente e un po’maldestro”

di Andrea Iannuzzi -


Su Canale 5 in prima serata stasera il primo dei quattro capitoli della serie Tv “Vanina”, interpretato da Giusy Buscemi e, fra gli altri, da Giorgio Marchesi e dal giovane Danilo Arena per la regia di Davide Maregno. La vita di Vanina è stata profondamente segnata dalla morte del padre, l’ispettore Giovanni Guarrasi, ucciso da un commando mafioso quando lei aveva solo quattordici anni. Da allora il suo unico pensiero è stato diventare poliziotta, arrestare i colpevoli dell’omicidio e lottare contro la mafia. Abbiamo incontrato Danilo Arena, vera rivelazione di questa co-produzione RTI e Polomar.
In “Vanina” sei un agente seducente ma un po’ maldestro. Come ti sei cimentato in questo ruolo?
La direzione recitativa che ho sempre voluto prendere è il trasformismo. Mi è stato chiaro sin dai tempi dell’accademia. Ho sempre osservato Al Pacino in questo. Vorrei cambiare radicalmente quello che si fa in Italia o almeno essere diverso da tutti e farlo a modo mio. Quando interpreto un personaggio impongo al mio cervello di essere quella persona. Lo divento, anche se azzardato, non mi interessa, vivo per questo mestiere, non sono nessuno e non voglio essere nessuno, voglio essere plastilina da far modellare ai registi.
Ti piace il personaggio che interpreti? Ci sarà sempre nella mia visione un ulteriore personaggio che desidero interpretare, ne ho sempre avuto bisogno per poter essere me stesso. Essere qualcun altro per poter essere me stesso, è la mia maniera di vivere questo mestiere. Amo tutti i personaggi che interpreto e non li giudico, divento loro.
Tu nasci nella musica e nella danza, come mai ti sei avvicinato alla recitazione?
Sono i sogni la parte essenziale della mia vita, quelli che mi hanno trasmesso mio padre, mia madre e i miei fratelli. I miei genitori mi hanno lasciato libero di sognare e che Dio benedica questi genitori. A tutti i padri e a tutte le madri io dico: lasciate liberi i vostri figli di sognare. Sono figlio d’arte perché mio padre mi ha iniettato l’arte nelle viscere. É Dio che mi aiuta e mi guida in questa missione che chiamo “sogno”.
Hai lavorato accanto ad attori come Pierfrancesco Favino. Cosa ti hanno insegnato?
Ho trascorso molto tempo con Pierfrancesco Favino e ne ho un ricordo stupendo. Ricordo un uomo, un uomo buono, pronto ad ascoltarti davvero per poterti dare, nel suo, il giusto consiglio. Ricordo ad un certo punto di avergli detto “Pierfrancesco io a questo mestiere gli voglio bene” e lui mi rispose: “Si vede”.
Sei un artista poliedrico, hai anche all’attivo un singolo, “Cruciverba e Caffè” che hai composto e interpretato. Se dovesse scegliere un settore, dove si collocherebbe Danilo Arena?
Ho all’attivo 5 singoli e due album. Ho sempre studiato qualunque forma d’arte. L’arte è arte senza settori. Attraverso un film, un quadro, una fotografia, una scultura o una canzone, rimarrà sempre arte. Ad ogni modo sono un attore.


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