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Cronaca

Femminicidio di Giulia Cecchettin: la Corte d’Assise conferma l’ergastolo per Filippo Turetta

di Francesca Petrosillo -


La Corte d’Assise d’Appello di Venezia ha confermato definitivamente la condanna all’ergastolo per Filippo Turetta, ritenuto colpevole dell’omicidio di Giulia Cecchettin. I giudici hanno dichiarato inammissibili i ricorsi presentati sia dalla Procura sia dai difensori del giovane, poiché entrambi sono stati ritirati prima dell’udienza. La decisione ha dunque cristallizzato la sentenza di primo grado, che già prevedeva il carcere a vita con l’aggravante della premeditazione.

Il femminicidio della studentessa veneta aveva scosso profondamente l’opinione pubblica e, fin dall’inizio del procedimento, il caso era stato al centro dell’attenzione mediatica. Con la rinuncia agli appelli, il processo d’appello si è trasformato in una mera formalità, portando a una conferma immediata della condanna senza ulteriori discussioni nel merito.

Un’udienza particolare

L’apertura dell’udienza è stata segnata da un clima insolito. Il presidente della Corte d’Assise d’Appello,Michele Medici, ha sottolineato come la situazione fosse “singolare” e poco frequente nella pratica giudiziaria. Oltre a Turetta, che non era presente in aula, mancavano anche i suoi avvocati titolari, Giovanni Caruso e Monica Cornaviera. A rappresentarlo sono stati invece i legali sostituti Jacopo Della Valentina e Chiara Mazzocco, incaricati formalmente di partecipare alla seduta.

Nonostante le assenze, l’udienza si è svolta regolarmente e si è conclusa rapidamente, vista la rinuncia preventiva agli appelli. Tale scelta processuale ha reso impossibile qualsiasi rivalutazione della pena o delle circostanze contestate, lasciando in vigore l’ergastolo stabilito nella precedente fase del processo.

Ergastolo Filippo Turetta: la conferma della condanna

Con la dichiarazione di inammissibilità dei ricorsi, la Corte ha reso definitiva la pena massima prevista dall’ordinamento italiano. Turetta, oggi ventiquattrenne, rimane quindi condannato all’ergastolo per il brutale assassinio dell’ex fidanzata, un caso che ha riacceso il dibattito nazionale sul tema della violenza di genere e dei femminicidi nel Paese.

La decisione rappresenta un passaggio conclusivo importante in una vicenda giudiziaria seguita con grande attenzione e segna l’ennesima conferma di quanto questo tragico episodio abbia lasciato un segno profondo nella società italiana.


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