Esteri

La distruzione delle ultime armi chimiche (dichiarate)

di Martina Melli -


Con decenni di ritardo rispetto al programma iniziale, l’ultima riserva (dichiarata) di munizioni chimiche rimasta al mondo verrà distrutta entro venerdì. Lo smaltimento delle scorte ha richiesto decenni e adesso il lavoro sarebbe quasi terminato. Il deposito vicino a Pueblo ha eliminato la sua ultima arma a giugno; le altre rimanenti che si trovano in un deposito nel Kentucky verranno distrutte nei prossimi giorni. E a quel punto, tutte le armi chimiche pubblicamente dichiarate nel mondo non ci saranno più.

Le scorte americane, accumulate nel corso di generazioni, erano di dimensioni scioccanti: bombe a grappolo e mine terrestri piene di agenti nervini. Proiettili di artiglieria che potrebbero ricoprire intere foreste di una nebbia gialla e rovente. Serbatoi pieni di veleno da spruzzare sui bersagli sottostanti. Una classe di armi ritenuta così disumana che il loro uso fu condannato dopo la prima guerra mondiale, ma anche per questo gli Stati Uniti e altre potenze continuarono a svilupparle e accumularle. Non si sa con certezza se le forze armate americane abbiano usato armi chimiche dal 1918; sappiamo però che durante la guerra del Vietnam sono stati usati erbicidi come l’agente Orange.

Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica hanno concordato nel 1989 di distruggere le loro scorte, e quando il Senato ha ratificato la Convenzione sulle armi chimiche nel 1997, gli Usa e altri firmatari si sono impegnati a sbarazzarsene una volta per tutte. Ma distruggerle non è stato facile: sono state costruite per essere bruciate, non smontate. La combinazione di esplosivi e veleno, infatti,  le rende estremamente pericolose da maneggiare. Anche altre potenze hanno distrutto le loro scorte dichiarate: la Gran Bretagna nel 2007, l’India nel 2009, la Russia nel 2017. Ma i funzionari del Pentagono avvertono che le armi chimiche non sono state completamente sradicate. Alcune nazioni non hanno mai firmato il trattato e altre che lo hanno fatto, in particolare la Russia, sembrano aver mantenuto scorte non dichiarate. Ovviamente poi, il trattato non ha posto fine all’uso di armi chimiche da parte di gruppi terroristici come le forze leali al presidente Bashar al-Assad della Siria che le hanno utilizzate numerose volte tra il 2013 e il 2019.


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