Politica

IL RETROSCENA – Guerra al centro: Renzi vince nel palazzo, Calenda progetta le europee. E Carfagna trasloca in Forza Italia

di Edoardo Sirignano -

ELENA BONETTI MATTEO RENZI CARLO CALENDA MARA CARFAGNA


La strana guerra nel centro. Matteo, ancora una volta, si conferma padrone dei palazzi. I senatori di Azione costretti a migrare nel gruppo misto. Italia Viva, invece, manterrà il simbolo tra i banchi di Palazzo Madama. Non si tratta di una sorpresa per Calenda, che da tempo aveva avvertito i suoi in merito alla possibile scissione. Diversi, d’altronde, erano stati gli avvertimenti del giglio fiorentino. La decisione del presidente Borghi di rimuovere Gelmini dalla Commissione Affari Costituzionali, ad esempio, vale più di mille parole. Renzi vuole dettare la linea e non intende più fare da portatore d’acqua a Carletto dei Parioli. La politica dei tweet non convince più il direttore del Riformista, che partendo dalle riforme, vuole trattare in solitaria con Giorgia e il suo governo.

Detto ciò, le europee non sono così lontane e in questo caso gli equilibri capitolini contano poco o nulla. Se l’ex presidente del Consiglio è il king maker della caselle romane, sembra avere più di qualche semplice difficoltà sui territori. La rinuncia al progetto del Terzo Polo non sembra essere stata gradita da molti centristi. Azione, pur essendo più giovane di Iv, è più radicata. Nelle comunità il lavoro certosino di Calenda inizia a dare qualche frutto. A dirlo, d’altronde, gli ultimi sondaggi, dove gli uomini della Leopolda perdono terreno nei confronti degli ormai ex alleati.

Mentre i litiganti si contendono le macerie del centro, però, c’è già chi pensa di andare altrove. Secondo indiscrezioni, Carfagna, nei prossimi giorni, dovrebbe annunciare il suo ritorno a Forza Italia. Dopo una lunga chiacchierata col ministro Tajani, che l’avrebbe convinta sulla volontà del gruppo dirigente a prendere le distanze da ogni forma di sovranismo, la politica campana starebbe preparando i bagagli per tornarsene laddove ha iniziato la sua attività per la res publica. In tal senso, valida alleata potrebbe essere l’ex ministra Letizia Moratti. Questa, insieme al presidente Formigoni, in attesa di Mara, starebbe già lavorando a una nuova corrente tra gli azzurri.

Una cosa è certa, tra i due litiganti il terzo o in questo caso la terza gode. Giorgia, infatti, approfitta dei battibecchi tra Renzi e Calenda per candidarsi a riferimento per popolari, ex balenieri e cattolici vari, in modo da non dovere più sottostare ai diktat della Lega. Se Forza Italia cresce e Fdi mantiene il suo consenso, Meloni, pur avendo come primo obiettivo tenere unito quello che una volta si chiamava Pdl, potrebbe dare il ben servito al Salvini di turno, senza sottostare ai ricatti di un altro Matteo, ovvero quel Renzi da Firenze che non accetterà mai di fare il soldato semplice.


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