Cultura & Spettacolo

Il ricordo di Carusi: “Isotta più forte di tutti anche da morto”

di Giovanni Vasso -

PAOLO ISOTTA SCRITTORE GIORNALISTA


Paolo Isotta più forte di tutti, anche da morto: il ricordo di Nazzareno Carusi. Pianista raffinato, cresciuto alla scuola di giganti Alexis Weissenberg e Viktor Merzanov, è uno dei top player della musica internazionale. Oggi è presidente del Conservatorio Casella de L’Aquila e consigliere d’amministrazione della Fondazione Teatro alla Scala di Milano. Di Isotta, Carusi è stato più che amico. E venerdì, a Napoli, dove è stata scoperta una targa in sua memoria al Teatro San Carlo, era in prima fila. Una cerimonia affollatissima, di amici e di ammiratori, alla quale avrebbero dovuto prendere parte anche il ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano e il sindaco di Napoli, nonché presidente della fondazione San Carlo, Gaetano Manfredi.

Nazzareno Carusi, domenica, ha voluto scrivere un ricordo di Paolino. Che, anche in morte, continua evidentemente a sollevare passioni fortissime. Così come in vita. Sui social, il pianista ha scritto: “Venerdì pomeriggio a Napoli, nel foyer gremito del San Carlo, prima della presentazione dell’ultimo libro di Marcello Veneziani (“Vico dei miracoli. Vita oscura e tormentata del più grande pensatore italiano”, Rizzoli), si sarebbe dovuta svolgere l’annunciata cerimonia di scoprimento della targa dedicata a Paolo Isotta: storico della musica e scrittore, critico da leggere comunque fosse, personalità originale e capricciosa – ma il capriccio che poi deborda in fantasia è dell’arte, no?, cultura sterminata e senza tema di nessuno”.

Carusi ha proseguito: “Ebbene, decisa all’unanimità dal consiglio comunale, la targa è lì ma la cerimonia vera e propria non c’è stata”. Meglio così, in fondo. “Ed è vero, Isotta detestava i pennacchi, era anche iperumorale e una specie di funzione simile l’avrebbe seccato di un bel po’. Sarebbero corsi giù strali terribili, dall’alto a noi mortali. Quindi, meglio così”.

Però, qualcosa è accaduto nel doratissimo mondo del teatro. Qualcuno si sarebbe messo di traverso, scendendo in campo in prima persona, per tentare di far saltare l’iniziativa. Carusi scrive: “Ma nei giorni scorsi c’è stato qualcuno che gli ha lottato contro, ignorando il parce sepulto, sconoscendo umanità, buon gusto e perfino scaramanzia. Irriconoscente, ha combattuto per gli affari suoi la battaglia più vile, quella contro un morto. Eppure, l’assente, che gigante era e resta, ha vinto; e al vivo di deludente fatta non resta che l’onta d’aver perso pure contro chi è tra i fu. La targa sta lì”.

Isotta, dunque, più forte di tutti. Anche da morto. “Messa senza cerimonia, piccola e nascosta come la dignità di chi in teatro, pavido, l’ha realizzata tale. Ma è lì e starà lì per sempre, nel foyer del Real Teatro di San Carlo, come il consiglio comunale dei napoletani ha deciso senza che si levasse voce contraria. Ieri, al nome di Paolo Isotta ben detto da Veneziani, la sala è esplosa in un applauso lunghissimo e tutti in piedi. Perché, vichianamente, esiste una saggezza del popolo che è saggezza del cuore e ai cuori parla, valicando le miserie di quelli ai quali è muta”. “Isotta – ha concluso Carusi –  avrebbe riso pensando a San Gennaro, che fa ’o miracolo pure attraverso l’abiezione”.


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