Cinema

GIOVANNI CARPANZANO: “Il vuoto è la storia di due ventenni e di un amore impossibile”

di Nicola Santini -


S’intitola “Il vuoto”, lungometraggio diretto da Giovanni Carpanzano, che ha debuttato sul grande schermo con una storia che parte come autobiografica, ma poi diventa uno strumento di indagine interiore volto a lanciare messaggi forti e stimolanti per far riflettere su una società aperta e inclusiva solo in apparenza. Il regista di origini calabresi, che è anche docente presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, presenta a L’Identità un film che vede protagonisti due ragazzi, Giorgio e Marco, ventenni provenienti da due contesti sociali differenti, alle prese con una storia difficile, incorniciata in un ambiente ostile.
“Il vuoto” è il titolo scelto e descrive uno stato d’animo.
Giovanni, come nasce “Il vuoto”?
Il punto di partenza del film è una storia vera che mi è successa all’inizio degli anni 2000. Iniziando a scrivere il film con il mio co-sceneggiatore Alessio Petrolino mi sono subito accorto che piano piano la storia si espandeva, staccandosi dal suo nodo iniziale personale e autobiografico e dilagava verso dinamiche e temi che non riguardavano più soltanto me. Perché non racconta solo un amore impossibile tra due giovani amanti a causa dei costrutti patriarcali della società ma narra un amore impossibile come archetipo per il cinema, come memoria del desiderio e della passione, in cui chiunque può identificarsi. I confini autobiografici si sono così dissolti e la storia non è più soltanto mia, ma di tanti altri perché chiunque ha avuto in gioventù un amore travolgente in cui può riconoscersi. Non è una questione di genere.
Qual è il motivo dietro la scelta del titolo “Il vuoto”?
Il vuoto è la condizione essenziale per cadere o spiccare il volo. È la vertigine che si prova difronte ad una scelta esistenziale o cruciale della vita di ognuno di noi. Il vuoto è altresì la forza che tiene insieme tutte le paratie dell’aereo, non la colla o i rivetti ma il vuoto, allo stesso modo il vuoto tra Giorgio e Marco e la società e l’unica forza che li tiene insieme. Anche solo una piccola crepa potrebbe distruggere tutto.
Qual è il messaggio che ti piacerebbe arrivasse al pubblico?
Il film tratta di un amore impossibile tra due ragazzi. Irrealizzabile a causa della società patriarcale in cui viviamo. La mission del film è proprio quella di portare il pubblico ad affrontare le scelte importanti che si ritrova davanti, arrivando fino all’orlo del precipizio per spiccare il volo. Il vero protagonista di questo film è il coraggio di scegliere sé stessi fino in fondo. Un’altra cosa che mi piacere rivendicare è che questo è il film su un amore che va aldilà dei generi, perché l’amore come archetipo che ognuno di noi ha non guarda al genere. Il genere è un costrutto sociale frutto del dominio del patriarcato maschile etero normativo.
Altri progetti all’orizzonte?
Sì, tanti progetti all’orizzonte, due film in particolare: “Molto di più” tratto da una storia vera e “Rickhy One”, rispettivamente una commedia brillante e una serie tv-un thriller noir scritte da sceneggiatori brillanti della writing room “Diegetica” che ho co-fondato con questi artisti brillanti, tra cui vi sono talenti molto giovani.


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