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Morte Messina Denaro, Ingroia: “Addio alle verità, le colpe della sinistra. La nuova Trattativa si fa sui migranti”

di Edoardo Sirignano -


Ingroia: “Addio alle verità, le colpe della sinistra. La nuova Trattativa si fa sui migranti”

di EDOARDO SIRIGNANO

“La mafia c’è, ha più capi e non si combatte con le riforme come quella voluta da Nordio. Lo Stato, da anni, non combatte più. Si è ritirato dal 1996, da quando il governo Prodi, quello in cui era ministro Napolitano, ha deciso di ritirarsi”. A dirlo Antonio Ingroia, ex procuratore, noto per aver lavorato a stretto con contatto Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

La morte di Messina Denaro, secondo alcuni, è una beffa allo Stato, a nostre spese. È d’accordo?

A mio parere, è l’ultima beffa alla verità, a quella chiesta a gran voce da cittadini e familiari delle vittime delle stragi. Alcuni colpevoli hanno pagato il prezzo dei loro atti, ma altri sono rimasti impuniti.

Qualcuno si aspettava che in questi mesi sarebbe venuta fuori l’agenda rossa…

Con questa dipartita, nei fatti, si mette una pietra tombale sia sull’agenda rossa che su tanti altri documenti preziosi. Esiste più di una semplice convinzione che Messina Denaro avesse avuto il famoso “papello” di Reina, quello della Trattativa Stato-Mafia. È stato così abile e accorto da non far trovare le carte più scottanti. Prevedeva di essere arrestato, dopo essere uscito allo scoperto e prima di farlo ha ben costudito le cose importanti. Ha fatto parlare solo delle cavolate.

Possiamo dire, quindi, che “U Siccu” si è fatto arrestare?

“Se non avessi avuto il tumore, non mi avreste mai arrestato. Sono venuto qui perché stavo male”. Con queste parole, nei fatti, ha spiegato chiaramente che non sarebbe mai stato preso se fosse stato in salute.

In un’intervista su queste colonne aveva dichiarato che con la cattura dell’ultimo grande mandante dell’era stragista sarebbe iniziata una “nuova Trattativa”. Non è uscito, intanto, nulla…

Era un’ipotesi che ho avanzato, evidenziando le anomalie di un arresto, che mi sembrava una consegna. Vedendo gli eventi come sono andati, però, ritengo non ci sia stata alcuna trattativa mediante questo boss. Detto ciò, ce ne sono state altre, ben celate sotto la superficie.

Come portarle alla luce?

La mafia non esiste senza trattative. Sono nel suo Dna e non vengono mai scoperte. La poca attenzione sul tema, poi, le favorisce. È più facile tramare al buio.

Dopo Messina Denaro, c’è un nuovo capo?

La mafia ha dovuto necessariamente cambiare pelle. Se prima c’era una sorta di monarchia, ora c’è un’oligarchia, una federazione. Non c’è più un capo dei capi.

Ciò è sinonimo di sconfitta?

Assolutamente no! Cosa Nostra è più impermeabile, inafferrabile. Lo Stato s’interessa di Mafia solo quando c’è sangue per le strade. Gli affari, però, ci sono quando non ci sono le stragi. Quelli non intende fermarli nessuno. Fanno comodo a tutti.

Le cosche, intanto, non uccidono più. Può considerarsi un risultato?

La mafia 2.0 è invisibile, si mimetizza. In parte non si fa vedere, in parte non la si vuole vedere. Tira a campare. Chi è nei palazzi vuole solo che non faccia omicidi, delitti eclatanti. In realtà continua a uccidere, seppure in modo diverso. Basti pensare alla droga, alle armi e al traffico di esseri umani. Queste stragi fanno rumore, ma non tanto da fermare la cultura della tolleranza, il vero ossigeno per la criminalità organizzata.

Ha parlato di immigrazione. Può essere questa l’epicentro di una nuova Trattativa?

Probabilmente sì! Lo Stato, da una parte, con la parola solidarietà, dice di accogliere. Dall’altra parte, però, non vuole andare a fondo. Le mafie, quindi, ne approfittano e si arricchiscono.

La maggioranza Meloni è davvero in prima linea contro ogni forma di criminalità organizzata?

Tanti sono i proclami, di cui diversi condivisibili. La presa di posizione per cui si è dato uno stop alla modifica del 41 bis, ad esempio, è tra questi. Per dirla in breve, chiacchiere e distintivo. La malavita, intanto, si evolve. Cosa Nostra, adesso, è soprattutto finanza.

Come fermare la mutazione?

Sarebbe necessario un adeguamento della legislazione, aumentare gli organici specializzati e la formazione sui temi economici. A riguardo, lo Stato ne capisce poco o nulla. Brancola nel buio.

Qualche tentativo di riforma, come quello voluto da Nordio, intanto, c’è stato…

Le uscite del ministro Nordio, che parla addirittura di abolire il concorso esterno ad associazione mafiosa, sono tutte proposte di riforma che non vanno nel senso auspicato. Non servono a contrastare una mafia, sempre più invisibile.

Chi c’era prima a Palazzo Chigi ha fatto meglio?

Il centrosinistra è stato il vero responsabile dell’inizio della ritirata sul fronte della lotta alle mafie. Non dimentichiamolo mai. Ne sono stato testimone. L’esecutivo Prodi, nel 1996, quando a Palermo stavamo portando avanti tante indagini e processi, ci ha fermati. Lì è arrivato il primo stop. Stiamo parlando dello stesso governo in cui Napolitano era a capo del Viminale. Non è stato un ministro degli Interni che ha brillato per il suo impegno antimafia. Tutt’altro!


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