Attualità

LA GHIGLIOTTINA – Se il caffè per i colleghi è “corretto” al veleno

di Frida Gobbi -


Avete presente quei colleghi tanto gentili che vi chiedono se volete il caffè, vanno alla macchinetta, ve lo preparano e ve lo portano? Ebbene, state attenti: non sempre sono carini e generosi, anzi. Come il tizio della storia di oggi, che ha tentato di avvelenare i colleghi per tre anni consecutivi, inserendo delle sostanze all’interno dei caffè. Un uomo di 44 anni, ex coordinatore infermieristico di un ospedale di Bologna, è stato messo agli arresti domiciliari per stalking e lesioni sul posto di lavoro. A decidere la condanna sono stati i giudici del tribunale del Riesame, secondo i quali è certo che l’uomo abbia cercato di intossicare i colleghi dal 2020 al 2023. Non è dato sapere perché per tre anni il tizio in questione serviva caffè “corretti”. Secondo il tribunale, il 44enne potrebbe soffrire di depressione o di un disturbo della personalità. Anche perché l’uomo si è dichiarato non responsabile dei fatti, anche se almeno dieci persone che hanno spiegato come, dopo aver bevuto il caffè offerto dall’indagato, hanno sofferto di diversi malori. Nel sangue di uno dei malcapitati è stata trovata la clotiapina, stesso principio attivo di in un farmaco in possesso dell’uomo. Il tribunale, per decidere la pena, ha messo in risalto il clima di paura, sospetto e diffidenza che serpeggiava sul posto di lavoro dopo gli avvelenamenti. Tanto che nessuno lasciava più cibi o bevande incustoditi. Per non parlare della macchinetta del caffè… avrà le ragnatele, ormai.


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