Attualità

La morte macabra e la guerra delle perizie

di Eleonora Ciaffoloni -


Un’autopsia di 14 ore per fotografare quella che, per Giulia Cecchettin, è stata una vera e propria agonia: A tre settimane dalla morte macabra, avvenuta per mano dell’ex Filippo Turetta, sono stati eseguiti gli esami sul corpo di Giulia: servirà tempo per avere i risultati definitivi, ma secondo i primi dettagli è emerso che Turetta avrebbe ucciso la 22enne colpendola per almeno 25 volte con un coltello da cucina di 12 centimetri. Non sarebbe stato utilizzato, quindi, il coltello da 21 centimetri che era stato repertato nel parcheggio nei pressi dell’abitazione dei Cecchettin. Parcheggio in cui erano stati ritrovati capelli e sangue della ragazza e dove, sempre secondo l’autopsia, avrebbe battuto la testa con conseguente trauma cranico. Giulia, secondo l’autopsia, sarebbe morta lì, ma a causa delle coltellate ricevute alla base del collo, nonostante la carotide e la giugulare siano risultate integre. Turetta avrebbe, con uno dei colpi, rescisso la vena aorta, causando un dissanguamento che è stato fatale. E così, l’aggressione di Fossò sarebbe stata quella mortale anche vista l’ora della morte, riconducibile alle 23.40. Sempre lì, la ragazza avrebbe tentato di fuggire e poi di difendersi, come confermato da ferite riportate a braccia e mani. Turetta, che è stato interrogato per nove ore, ha fornito la propria versione e alcuni dettagli, dichiarando anche: “Mi è scattato qualcosa in testa”. Linea quella del “raptus” che potrebbe inserirsi nella richiesta di una perizia psichiatrica, una strategia che i suoi legali stanno valutando, ma che gli avvocati della famiglia Cecchettin sono pronti a impugnare, in quella che potrebbe trasformarsi in una guerra di perizie


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