Nuovi cibi, ok Ue a farina di larve: la venderà solo una società francese, costa oltre 100 euro al chilo
Nuovi cibi, in arrivo la farina di larve dopo il sì dell’Europa, mentre già sono in vendita da tempo – costano circa 70 euro al chilo – quelle “croccanti e naturali” la cui macinazione (si chiamano Tenebrio molitor quelle gialle che nascono nella farina) consente di ottenere questo prodotto che peraltro è pure esso già commercializzato online, al costo di 120 euro al chilo.
La Commissione europea, questa la notizia cdi oggi, ha autorizzato all’immissione in commercio della polvere di larve intere di Tenebrio molitor trattata con raggi UV, inserendola tra i “nuovi alimenti”, i novel food dell’Ue. Un via libera che, dopo la pubblicazione del regolamento sulla Gazzetta Ue, entrerà in vigore dopo venti giorni.
Nel testo si precisa che nei prossimi cinque anni “solo la società” francese “Nutri’Earth è autorizzata a immettere sul mercato il nuovo alimento“, salvo nel caso in cui un’altra società ottenga l’autorizzazione per tale nuovo alimento o abbia il consenso di Nutri’Earth”.
La scorsa settimana l’autorizzazione era finita al centro delle polemiche al Parlamento europeo con la presentazione da parte degli eurodeputati Alexander Bernhuber del Ppe e Laurence Trochu di Ecr (il gruppo di cui fa parte anche Fratelli d’Italia) di un’obiezione all’immissione in commercio dell’alimento, che è stata però respinta dall’intera commissione Ambiente.
I cosiddetti “novel food” sono definiti da Bruxelles cibi che non sono stati consumati “in modo rilevante” prima del maggio 1997 e comprendono nuovi alimenti, alimenti da nuove fonti e nuove sostanze utilizzate nei prodotti alimentari.
Al di là della normale contrarietà degli italiani verso prodotti lontanissimi dalla cultura nazionale, l’arrivo sulle tavole degli insetti aveva sollevato due anni fa gli interrogativi di Coldiretti, riguardo al loro carattere sanitario e salutistico nonché in merito ai metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come il Vietnam, la Thailandia o la Cina, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari.
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