Politica

Zelensky da Mattarella e Meloni “Con Kiev fino alla vittoria”

di Eleonora Ciaffoloni -


Abbracci, sorrisi, strette di mano. Gesti che significano sostegno. Il sostegno che l’Italia – attraverso la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – ha ribadito all’Ucraina, alla sua integrità territoriale, al suo popolo e al suo esercito e l’impegno nel difendere i valori condivisi di libertà e democrazia nel periodo del conflitto. Il presidente Volodymyr Zelensky è arrivato in una Roma blindatissima nella mattina di ieri: la prima tappa di un tour che proseguirà già in queste ore a Berlino, per poi proseguire nelle altre capitali europee. Una visita importante e dall’alto valore simbolico “per l’importanza che Kiev assegna ai rapporti bilaterali rispetto alla guerra di aggressione russa” hanno dichiarato fonti del governo.
INNI D’EUROPA
Primo appuntamento della giornata romana di Zelensky è stato quello al Quirinale. Non si è trattato, però, di una prima volta: l’ucraino vi era già stato nel 2020. Ad accoglierlo al Colle, per la seconda volta (decisamente più pregnante simbolicamente e politicamente) è stato il presidente Mattarella, insieme al picchetto d’onore e al suono degli inni nazionali italiano e ucraino. Un modo per dimostrare la vicinanza, ma anche l’appoggio nelle sfide che il Paese di Zelensky deve affrontare. La prima, la pace “per la quale tutti lavoriamo, deve ripristinare la giustizia e il diritto internazionale. Deve essere una pace vera e non una resa” ha detto il Capo dello Stato. “Sono in gioco non solo l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma anche la libertà dei popoli e l’ordine internazionale” ha ribadito Mattarella, riconfermando a Zelensky il “pieno sostegno dell’Italia” a ampio raggio: aiuti militari, finanziari, umanitari e, infine, anche per la ricostruzione, sul breve e lungo termine. Colloquio istituzionale che, in circa una mezz’ora, ha toccato tutti i temi del conflitto: quello sul campo, lo stato della popolazione, la tragedia dei rapimenti dei bambini, ma anche quello dell’efficacia delle sanzioni economiche alla Russia, la questione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, fino alle possibili e maggiori azioni a livello europeo. Per ultima, ma non meno importante, la questione dell’ingresso dell’Ucraina all’interno dell’Unione Europea: “La decisione dell’Unione Europea di avviare il processo di integrazione dell’Ucraina è stata storica. L’Italia punta ora ad aiutare l’Ucraina per il raggiungimento dei parametri” ha concluso il Capo dello Stato. “Sono qui per ringraziare l’Italia. Vorrei abbracciare gli italiani uno a uno per il sostegno che ci è stato continuamente offerto a tutti i livelli e che non è mutato con i governi. Abbiamo con l’Italia valori comuni”. Questa la soddisfazione e la riconoscenza espressa dal presidente Zelensky che, dopo il colloquio, ha proseguito la sua visita verso Palazzo Chigi.
DALLA PARTE GIUSTA
Volodymyr Zelensky arrivato alla sede del governo italiano, ha trovato la mano tesa della presidente Meloni. Per i due si tratta del secondo incontro nel giro di pochi mesi, dopo la visita a Kiev della premier lo scorso febbraio, nell’anniversario dell’anno di guerra. L’Italia “era ed è dalla parte giusta, dalla parte della verità in questa guerra” ha detto il presidente ucraino e, del resto, la linea dell’esecutivo di Giorgia Meloni è stata chiara fin dall’insediamento. E così, all’incontro di ieri Meloni, in pieno accordo con quanto detto da Mattarella, ha confermato il “sostegno dell’Italia all’Ucraina a 360 gradi, alla sua integrità territoriale, alla sovranità e all’indipendenza di Kiev”. L’Italia, quindi, in accordo con gli altri alleati, continuerà a fornire il supporto che serve – militare, umanitario, finanziario – fino a una pace “giusta”. “Rinnoviamo l’appello a Mosca a ritirare le truppe dal territorio ucraino. Sosteniamo la formula di pace in dieci punti del presidente Zelensky. Riconosciamo le legittime aspirazioni europee dell’Ucraina, è un avamposto della sicurezza dell’intero continente” ha detto Meloni. Fine del conflitto, quindi, che non prevederà una resa dell’Ucraina, ma la cessazione delle ostilità da parte della Russia su cui, fino a quel momento, continuerà l’applicazione rigorosa delle sanzioni. Un colloquio – tenutosi in inglese, tra i due, senza interpreti – che ha toccato le tematiche della guerra, ma anche la questione dell’approvvigionamento del grano, le insicure prospettive di sicurezza alimentare e, per ultima, la ricostruzione, per cui l’Italia si dice pronta e in prima linea. Zelensky però, ha ammesso che si tratta di una discussione da rinviare a una fase successiva. Una visita breve, ma simbolica, che è poi proseguita in Vaticano, per il colloquio con Papa Francesco. L’obiettivo del viaggio in Europa rimane per Zelensky quello di una conferma del sostegno da parte dei Paesi Nato e Ue, ma anche quello di mandare un messaggio sul futuro dell’Ucraina, che vede “vicino alla vittoria”. A crederci, per prima, sembra proprio Giorgia Meloni: “l’Ucraina vincerà e rinascerà più forte e più prospera di prima. Il popolo ucraino ha scelto di combattere perché crede nel suo futuro”.


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