Economia

Da Bruxelles via libera a Energy Release per le imprese

Da Arera una tegola per le famiglie vulnerabili: bollette su dell'1,9%

di Giovanni Vasso -

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Una buona notizia e una cattiva notizia: la prima arriva, ogni tanto succede anche questo, da Bruxelles: approvato l’Energy Release proposto dal Mase per dare una mano alle imprese energivore. La seconda, invece, giunge dall’Arera: si prospetta una stangata in bolletta, pari all’1,9%, per i clienti vulnerabili. E i consumatori sono già sul piede di guerra anche perché resta, pesante e intonso, il gravame degli oneri di sistema che rendono le bollette italiane tra le più pesanti dell’intero vecchio Continente.
Per le aziende, almeno quelle già individuate come particolarmente energivore e quindi esposte, ancor più delle altre, ai rischi degli aumenti delle materie prime energetiche, arriva l’ok della Commissione alla proposta avanzata dal ministero all’Ambiente e sicurezza energetica. Un provvedimento, quello dell’Energy Release 2.0, che si regge su due cardini: il primo riguarda la fornitura di elettricità a prezzo calmierato: 65 euro al megawattora, non un centesimo di più. Il secondo, invece, riguarda l’obbligo, a carico delle imprese beneficiarie, di restituire integralmente il vantaggio tramite “la costruzione o il finanziamento di nuova capacità da fonti rinnovabili”. Dovere a cui si potrà assolvere anche tramite terze aziende. In buona sostanza, il Mase prevede che i risparmi delle aziende vadano a progetti per nuovi impianti sostenibili capaci di potenziare la rete produttiva di energia del Paese. E che, naturalmente, siano green e basati su fonti rinnovabili. Il ministro Pichetto ha gioito: “Abbiamo costruito un modello che tiene insieme competitività industriale, transizione ecologica e rigore europeo: il sostegno ai grandi consumatori elettrici non è un privilegio, ma uno strumento per difendere l’occupazione, rafforzare le filiere strategiche e attrarre investimenti. Con questo provvedimento diamo una risposta concreta e sostenibile all’esigenza di prezzi dell’energia più stabili, vincolando l’aiuto pubblico a un impegno industriale e ambientale chiaro: restituire quanto ricevuto con nuova energia pulita”. L’ok della Commissione, a proposito di questa misura, era necessario per ottenere il nulla osta rispetto alle stringenti normative contro gli aiuti di Stato contro cui, altrimenti, si sarebbe andato a infrangere il progetto di dare ossigeno alle imprese.
Se le aziende respirano con l’Energy Release, le famiglie invece rischiano grosso. Già, perché Arera ha riferito che nel terzo trimestre di quest’anno la bolletta per i clienti vulnerabili continuerà ad aumentare: +1,9%. Un ritocco che riguarderà da vicino tre milioni di italiani e che dipenderà, secondo l’analisi degli esperti dell’autorità delle reti, dalla “naturale stagionalità del mercato energetico, che tradizionalmente registra variazioni cicliche dei prezzi” a cui aggiungere “un incremento dei costi relativi al mercato della capacità in quanto nel periodo estivo (in particolare nel mese di luglio) si concentrano le ore in cui la domanda di energia è più alta e, per questo, risultano più critiche per l’adeguatezza del sistema elettrico, oltre che un incremento delle partite economiche relative al servizio di dispacciamento ulteriori rispetto all’approvvigionamento di risorse nel mercato per questo servizio”. A completare il quadro c’è il peso della “revisione annuale della componente a copertura dei costi degli esercenti la tutela dei clienti vulnerabili”. I rincari, secondo l’Unione nazionale dei consumatori, saranno pari a circa 12 euro. Il guaio non è tanto nell’entità degli aumenti quanto nel fatto che ci si trova di fronte all’ennesimo rincaro che porta il maggior esborso complessivo, in un anno, alla somma ben più ragguardevole complessiva di 622 euro. Il Codacons stima che dal 2021 a oggi, il differenziale di spesa sulle bollette per i vulnerabili sia pari a ben 166 euro in più: “Il rialzo delle tariffe dell’energia elettrica disposto da Arera equivale a un aggravio di spesa su base annua inferiore ai 12 euro a famiglia, ma se si confrontano i prezzi con quelli in vigore quattro anni fa si scopre che i vulnerabili pagano circa il 40% in più rispetto alle tariffe sul mercato tutelato del 2021”. I consumatori snocciolano i numeri: “Si sale a circa 622 euro annui a utenza con 2.000 kWh di consumo, e risulta più alta di quasi il 40% rispetto alla bolletta media riferita allo stesso periodo del 2021. Ciò equivale ad una maggiore spesa da +166 euro annui a nucleo rispetto a 4 anni fa”.


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