L’allarme di Pro vita e Vannacci: “Epidemia di transizioni di genere nell’Ue”
Sotto attacco il cosiddetto approccio affermativo
Migliaia di ragazzi verrebbero spinti a cambiare sesso e le istituzioni Ue sarebbero spesso “complici di questo dramma”. È un’accusa forte quella lanciata nella conferenza stampa “Ideologia gender e salute dei minori in Ue” che Pro Vita & Famiglia onlus ha tenuto oggi a Bruxelles, al Parlamento Europeo, ospite dell’eurodeputato Roberto Vannacci e del gruppo Patriots for Europe.
L’affondo di Antonio Brandi di Pro Vita & Famiglia onlus
“La transizione di genere non è un fenomeno spontaneo, ma frutto della propaganda dell’ideologia gender che nega il sesso biologico e lo sostituisce con l’identità fluida”, ha spiegato il presidente di Pro Vita & Famiglia, Antonio Brandi. Brandi si è soffermato sui ragazzi ”a cui è stata promessa la felicità e che si ritrovano con un corpo ferito, mutilato, medicalizzato a vita. Su queste sofferenze pesa la linea pro-gender dell’Europa che, con la strategia Lgbt della Commissione, va in direzione opposta rispetto a Paesi un tempo pionieri dell’approccio affermativo ma che oggi tornano indietro per il bene di bambini e ragazzi, come Regno Unito, Svezia, Nuova Zelanda e altri molti altri Stati”.
“Siamo qui – ha concluso – per denunciare la vergogna di un’Unione Europea che non difende le persone ma un’ideologia aberrante, secondo cui non esistono solo maschio e femmina, ma infiniti generi fluidi”.
La storia di Daniel Black e della sua transizione di genere veloce
Il detransitioner ceco Daniel Black ha raccontato la sua esperienza, contrassegnata da grandi sofferenze fisiche e psicologiche: “A 16 anni ero fragile e confuso e invece di una cura reale mi è stato detto che ero nato nel corpo sbagliato e che solo ormoni e chirurgia mi avrebbero salvato. In una visita di soli 30 minuti ho ricevuto una sentenza, non una diagnosi. Il risultato? Interventi chirurgici irreversibili, compresa la castrazione a 18 anni, complicazioni per tutta la vita e anni intrappolato in un’identità che non è mai stata la mia. Chiedo all’Unione europea di fermare la medicalizzazione affrettata dei minori, vietare bloccanti della pubertà e ormoni cross-sex, proteggere i nostri bambini da questi abusi. I loro corpi non sono un errore. Basta esperimenti sui bambini!”.
I tempi delle tappe del percorso che il ragazzo ha dovuto affrontare, lasciano pensare a un esito già deciso per lui da altri: “La mia prima visita con una sessuologa è durata circa trenta minuti: nessuno ha cercato le vere cause del mio dolore, e dopo ho subito interventi irreversibili, tra cui la castrazione chirurgica a 18 anni”.
“Ho vissuto come una donna per anni, ma non era un’identità, era un ruolo – ha proseguito Black – nel dicembre 2022, ho capito che non potevo andare avanti così: non è stato un giorno, ma una consapevolezza che si è accumulata nel tempo e mi sono resa conto che stavo vivendo la vita di qualcuno che non ero e che vivere in questo modo mi avrebbe distrutta”.
Vannacci ha chiamato in causa l’Europa
L’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci ha ricordato che “dietro il dibattito sull’ideologia di genere ci sono persone reali, con sofferenza, disperazione e scelte sbagliate che condizionano la vita”. “L’Europa – ha sostenuto Vannacci – non può seguire una posizione dogmatica e deve assicurare che ogni decisione sui minori sia fondata su prudenza ed evidenze scientifiche. Non si nasce in un corpo sbagliato: è illogico pensare che la natura abbia errato nell’assegnare un corpo rispetto a quello che qualcuno, arbitrariamente, si vorrebbe attribuire ed è quindi nostro dovere approfondire questi temi e dare spazio a tutte le voci nel confronto pubblico”. Presente all’evento anche l’attivista francese Ludovine de La Rochère, presidente de Le Syndicat de la Famille.
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