Al via le retate contro i migranti illegali a New York e in altre città
Quasi 1.200 migranti sono stati arrestati in un solo giorno negli Stati Uniti, secondo Nbc News. Per l’emittente, solo 613 sono “arresti penali”, ovvero il 52 per cento del totale. Gli altri sarebbero criminali non violenti o persone che hanno attraversato illegalmente il confine. Tra i fermati anche due membri di una gang.
Diversi distretti scolastici americani stanno sfidando l’ordine esecutivo con cui Donald Trump ha rimosso le restrizioni che impedivano all’Ice (Immigration and Customs Enforcement), la polizia anti-migranti, di condurre retate in scuole, ospedali e chiese. Dopo aver evidenziato che la missione del dipartimento dell’Istruzione è quella di garantire un’istruzione pubblica a tutti i ragazzi, a prescindere dal loro “status di immigrazione”, hanno fatto sapere che non collaboreranno con le agenzie federali.
A Chicago e Denver ai dirigenti scolastici è stato chiesto di impedire all’Ice di accedere ai loro istituti se non a determinate condizioni. “Gli agenti dell’Ice non hanno il permesso di entrare negli edifici del distretto scolastico a meno che non prestino le credenziali, il motivo della loro richiesta di accesso e un mandato penale firmato da un giudice federale”, recita una nota delle Chicago Public Schools nella quale viene precisato che non verranno “condivise con l’Ice informazioni private”.
Sulla stessa linea il soprintendente delle Denver Public Schools, Alex Marrero, che ha dato disposizione agli istituti “di non lasciare entrare funzionari governativi che chiedono informazioni o l’ingresso e non hanno un appuntamento con qualcuno”. Nel caso in cui si dovessero presentare all’ingresso, il dirigente scolastico deve mettere la scuola “in lockdown e comunicare con i funzionari governativo con il citofono”.
Anche a New York City e in altri distretti scolastici dello Stato “democratico” stanno circolando delle linee guida dello stesso tenore, firmate dalla governatrice Kathy Hochul e dall’attorney general Letitia James.
Un portavoce della Casa Bianca ha chiarito che finora “non ci sono state operazioni in chiese o scuole”, sottolineando che l’ordine di Trump ha eliminato “l’assurda politica di escludere alcuni luoghi dall’azione delle forze dell’ordine”, ma non è “una direttiva per entrare in scuole e chiese”. “Ci aspettiamo che queste situazioni saranno estremamente rare”, ha concluso il membro dello staff del presidente degli Usa.
Donald Trump si è difeso dalle aspre critiche per il trattamento riservato ai migranti che sono stati rimpatriati nei loro Paesi di origine, mostrati con le catene ai polsi, dichiarando che “si tratta di assassini, signori della droga, membri di bande, le persone più dure che abbiate mai incontrato o visto”.
“Ci rimproveravano perché li avevamo incatenati su un aereo. E lui (il presidente colombiano Gustavo Petro) ha detto: ‘Non è questo il modo di trattare le persone’. Ti piacerebbe essere il pilota di un aereo? Ci sono 300 persone sedute su un aereo, ognuna delle quali è un assassino, un signore della droga, un boss di qualche tipo, un capo mafia o un membro di una gang. E voi pilotate quell’aereo. Non finirà bene”, ha rincarato la dose il leader repubblicano.
Il ministero degli Esteri brasiliano ha convocato l’incaricato d’affari dell’ambasciata degli Stati Uniti a Brasilia, Gabriel Escobar, per chiedere spiegazioni sugli 88 migranti rimandati indietro, dopo che la polizia ha annunciato che sta indagando su “possibili maltrattamenti” ad opera delle autorità statunitensi.
I cittadini brasiliani tratti in arresto hanno riferito che durante il viaggio sono stati ammanettati, aggrediti e privati di cibo e dell’accesso ai servizi igienici. A ricevere Escobar, ha reso noto la Agencia Brasil, è stata la responsabile del governo per le comunità brasiliane all’estero, Marcia Loureiro.
Escobar è il più alto rappresentante della diplomazia americana a Brasilia dopo la partenza dell’ambasciatrice Elizabeth Bagley, nominata dall’amministrazione di Joe Biden, che ha ultimato il suo incarico.
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