Cinema

Beniamino Marcone: “Da Mascaria ad Alfredino e ora con Santamaria”

di Nicola Santini -


Lo ritroveremo su RaiUno nell’attesissima serie “Alfredino: Una storia italiana”. Di recente, abbiamo potuto apprezzare Beniamino Marcone nel film tv “Mascaria”, attualmente disponibile su RaiPlay, dove ha vestito i panni di Giuseppe, il primo collaboratore di Pietro Ferrara, l’imprenditore al centro della vicenda del film. Intenso nelle sue interpretazioni, poliedrico come attore e sincero e schietto nella vita quando deve buttare le carte in tavola, in attesa del suo imminente ritorno su un set per il grande schermo, Marcone si racconta a L’Identità.
Beniamino, prossimamente ti vedremo nella miniserie Alfredino: Una storia italiana. Quale sarà il tuo ruolo?
Interpreto Marco Faggioli, il responsabile sul campo delle operazioni di salvataggio del piccolo Alfredino. Sono il punto di contatto tra il capo dei Vigili del Fuoco e la famiglia.
Ultimamente, invece, ti abbiamo visto nel film Tv Mascaria. Questo ruolo particolare in un film così apprezzato, che tassello della tua carriera rappresenta?
Credo che sia il primo progetto in cui interpreto un personaggio che va al di là del mio “playing age” abituale. In altre parole, ho la fortuna di poter interpretare una fascia d’età molto ampia e ora finalmente riesco anche a recitare in ruoli più maturi, come Giuseppe in Mascaria, il cui personaggio parte molto giovane ma poi lo vediamo più in là con l’età. Sento che si sta ampliando quindi la possibilità di ruoli che posso ricoprire e questo mi affascina molto. Fino a qualche hanno fa ero consapevole che nonostante l’età anagrafica il mio viso era quello del “figlio di…”, “ragazzo di…”. Ora posso fare entrambe le cose.
Ti è mai capitato, ad istinto, di accettare una proposta a scatola chiusa? O, al contrario, di rifiutare per qualche tuo punto invalicabile?
Non credo sia corretto accettare a scatola chiusa niente. Nessuno comprerebbe mai una macchina a scatola chiusa, figuriamoci accettare un lavoro. Sono consapevole che molti attori sarebbero disposti a tutto ma non è il mio caso. Bisogna informarsi, capire con chi si lavorerà, con quale produzione, per quale progetto. Diciamo che esiste una soglia della professionalità sotto la quale è impossibile scendere se un attore o una attrice vuole ritenersi professionista. Non è un discorso legato alle economie del film. Per me alla base ci deve essere una buona idea o una nuova occasione per me, o ancora meglio una “bella” persona che mi propone una collaborazione al progetto. Questi elementi sono imprescindibili. Diciamo che finora l’unica volta che dentro di me sapevo avrei accettato qualunque tipo di ruolo è stato per Nanni Moretti. Ma lui è un discorso a parte e non dico che è l’unico per cui vale lo stesso principio, quando lavori con certi autori devi mettere in conto anche quanto puoi imparare, formarti, sperimentare.
Quali sono i nuovi progetti all’orizzonte?
Sto iniziando un film per cinema per la regia di Alessandro Tonda tra Italia e Marocco, con Claudio Santamaria. È un progetto davvero ambizioso. Un’altra bella sfida che mi prende sotto tutti i punti di vista.


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