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Bonucci e la Juventus, un grande amore e niente più

di Giovanni Vasso -


Tra Leonardo Bonucci e la Juventus finirà a carte bollate. Una storia lunga e tribolata finisce come la vecchia hit di Peppino Di Capri: un grande amore e niente più. Il club bianconero non ne vuol più sapere del suo capitano che, invece, è pronto a tutto pur di restare un altro anno alla Continassa per riscattare l’ultima stagione. L’ultimo capitolo di questa fine lo ha scritto l’Aic, l’associazione italiana calciatori, secondo cui la Juventus sta mancando di rispetto a Leonardo Bonucci. Ma la società non ci sta e replica con fermezza all’Aic: abbiamo sempre e comunque rispettato tutte le regole.

La polemica ruota attorno all’accordo collettivo dei calciatori. Già, anche i giocatori di calcio ne hanno uno. Stando all’analisi del presidente Umberto Calcagno, in un’intervista all’Ansa poi riportata sul sito ufficiale dell’organizzazione che tutela gli interessi dei calciatori, “la situazione che sta vivendo Leonardo Bonucci è paradossale: è oggettivamente fuori rosa, subisce condotte illegittime e vietate dall’Accordo Collettivo, viene calpestata la sua dignità. La Juve lo deve reintegrare subito, sta subendo danni professionali gravi”. Calcagno poi insiste: “Non è possibile sostenere che far allenare costantemente alcuni calciatori a parte e in orari diversi dal gruppo squadra non costituisca una chiara violazione dell’Accordo Collettivo. Le differenze che possono esistere all’interno degli allenamenti devono essere temporaneamente dettate da esigenze tecnico-sportive. Il famoso lodo Abete determina proprio questo: ad esempio è normale che prima o dopo una partita si allenino determinati gruppi all’interno di una squadra ovvero che, durante il lavoro settimanale, ci sia una diversa organizzazione degli allenamenti per ruoli. Ciò che con certezza non può avvenire è che sistematicamente uno o più giocatori si allenino con uno staff differente rispetto a quello della prima squadra o addirittura in orari differenti, senza mai aver indicazioni tecniche dall’allenatore della prima squadra”.

Ma la situazione finirà davanti a un arbitrato. Calcagno promette sostegno al capitano di Juve e Nazionale: “Bonucci si è rivolto al proprio avvocato di fiducia, ma noi come Aic gli daremo tutto il supporto necessario. Con la Juve non ho parlato, non c’è interlocuzione, ma auspico che ci sia buon senso, che significa cercare di andare oltre i rapporti personali se si sono incrinati; qui stiamo parlando di professionalità ad altissimo livello”.

Ma la Juventus non ci sta a passare per la cattiva. E nel pomeriggio di ieri ha diramato una replica, puntuta, alle critiche che piovono dall’Aic e dal suo sempre più ex capitano. “La Juventus Football Club ribadisce con forza la correttezza del proprio operato nei confronti di tutti i calciatori tesserati cui sono riconosciuti e garantiti pienamente tutti i diritti previsti dall’Accordo Collettivo di categoria”. E ancora: “La Juventus è altresì pronta, nell’ipotesi in cui ciò si rendesse necessario, a difendere la piena legittimità del proprio comportamento nelle sedi competenti”. Insomma, fate i buoni se potete. Sennò finisce a carte bollate. E quindi l’ultima stoccata: “La Juventus Football Club si auspica che la problematica della definizione di un corretto bilanciamento tra diritti dei calciatori e esigenze dei Club possa essere definitivamente affrontata e risolta nell’ambito della negoziazione del nuovo Accordo Collettivo tra AIC e Lega Nazionale Professionisti Serie A che avverrà in vista della stagione sportiva 2024/25”.

Leonardo Bonucci e la Vecchia Signora, un grande amore e niente più.


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