Editoriale

Chi non vuole la pace a Gaza

di Adolfo Spezzaferro -


A nulla serve denunciare il massacro di Rafah o chiedere a viva voce di avviare negoziati per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza se sono i due protagonisti – Hamas e Israele – a non volerne sapere delle trattative. L’Onu, gli Stati Uniti, il Papa, l’Ue possono fare appelli su appelli, ma se Hamas e Israele non vogliono un accordo, la guerra non finirà. Il punto però è capire chi non vuole veramente i negoziati. È forse Hamas? No, i miliziani islamisti hanno ribadito più volte di essere disponibili a uno scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi. E allora è il premier israeliano Bibi Netanyahu a non volere la pace. Ciò è conclamato dal recente bombardamento su un campo di sfollati, in cui sono morti decine di donne e bambini. “Un tragico incidente di cui rammaricarsi”, l’ha definito Netanyahu intervenendo alla Knesset durante un incontro con le famiglie degli ostaggi che lo hanno contestato. Bibi non vuole la pace ma vuole andare fino in fondo nella sua folle missione di eliminare Hamas, il che è impossibile. E per snidare ed uccidere i miliziani le forze armate israeliane fanno strage di civili. E ora che i palestinesi sono tutti ammassati a Rafah, perché il resto della Striscia è stato raso al suolo, l’eccidio sarà quotidiano. Mentre tutti si dicono inorriditi per le immagini del campo dopo il bombardamento su civili inermi, a noi sembrerebbe un po’ troppo ingenuo non prendere in considerazione l’ipotesi che la strage sia stata fatta di proposito – altro che incidente – per spingere Hamas a rifiutare qualsiasi tipo di trattativa. Infatti l’organizzazione islamista ha fatto sapere ai mediatori dell’Egitto, del Qatar e degli Usa che non parteciperà ai negoziati per un accordo di tregua e scambio di ostaggi proprio a causa del bombardamento. Azione, reazione, risultato. Tutti si dicono profondamente turbati e chiedono indagini per capire come sia stato possibile tutto ciò. Ma l’obiettivo è stato raggiunto: la guerra prosegue. Così come la strage degli innocenti.


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