Attualità

Comune di Bari a rischio scioglimento, il “sistema Anci” anima la rivolta contro Piantedosi

di Angelo Vitale -


Elly Schlein si dice basita e parla di una decisione che sembra politica, a pochi mesi dalle elezioni, il sindaco Pd Antonio Decaro – che è anche presidente nazionale dell’Anci – parla di attentato alla vita democratica di Bari. Il Pd colora all’insegna della violenta polemica politica il provvedimento di accesso ispettivo nei confronti del Comune di Bari, di cui ha dato notizia lo stesso primo cittadino. Il Viminale precisa subito, però, i fatti: “L’accesso si è reso necessario in esito ad un primo monitoraggio disposto dal Viminale circa quanto emerso a seguito dell’indagine giudiziaria che ha portato a più di 100 arresti nel capoluogo pugliese e alla nomina, da parte del Tribunale, ai sensi dell’articolo 34 del Codice antimafia, di un amministratore giudiziario per l’azienda Mobilità e Trasporti Bari spa, interamente partecipata dallo stesso Comune”.

I fatti sono noti da settimane, l’ultima inchiesta giudiziaria ha evidenziato una zona quantomeno opaca, se non grigia, che era arrivata a lambire lo stesso Consiglio comunale ove sedeva una consigliera eletta in una lista di opposizione e poi passata ad appoggiare proprio Decaro.

Il Viminale
precisa inoltre “che l’accesso ispettivo, disposto ai sensi di specifiche previsioni di legge, a Bari come in altri diversi enti locali per analoghe circostanze, non è pregiudizialmente finalizzato allo scioglimento del Comune bensì ad un’approfondita verifica dell’attività amministrativa, anche a tutela degli stessi amministratori locali che potranno offrire, in quella sede, ogni utile elemento di valutazione”.

I fatti, poi, raccontano, di un’azione a largo spettro finora esercitata in queto ambito dal ministero guidato da Piantedosi: dall’avvio del governo Meloni sono stati sciolti 15 Comuni di cui quattro di centrodestra, tre di centro sinistra e otto di liste civiche. Il primo scioglimento disposto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha riguardato i due Comuni a guida Lega, Anzio e Nettuno.

“Il governo in carica – questo il dettaglio aggiunto dal sottosegretario Nicola Molteni – ha sciolto 15 Comuni di cui 4 di centrodestra, 3 di centrosinistra e 8 guidati da liste civiche. Sono dati che dimostrano come le attività portate avanti dalle prefetture e dal Viminale siano ispirate sempre e solo da criteri oggettivi all’insegna della neutralità. Non sono “atti di guerra” come li ha definiti il sindaco Decaro in maniera del tutto irresponsabile. Il ministro Piantedosi, tra gli altri, ha sciolto Anzio e Nettuno, Comuni a guida centrodestra, a pochi mesi dal voto regionale del Lazio. Ma ai tempi Decaro e il Pd non ebbero nulla da dire. Oggi, per il solo fatto di aver nominato una commissione di accesso per accertare cosa è successo, Decaro parla di una decisione che “mira a sabotare il corso regolare della vita democratica della città di Bari”. Il solito doppiopesismo della sinistra”.

AGGIORNAMENTO ORE 19.00


Le precisazioni del ministro Matteo Piantedosi (l’accesso ispettivo “non è pregiudizialmente finalizzato allo scioglimento del Comune bensì ad un’approfondita verifica dell’attività amministrativa, anche a tutela degli stessi amministratori locali che potranno offrire, in quella sede, ogni utile elemento di valutazione”) non sono bastate.

Durante la giornata – aspramente stigmatizzato dal capogruppo al Senato e responsabile enti locali di Fi, Maurizio Gasparri – si è messo in moto il “sistema Anci” (Decaro è presidente dell’associazione nazionale dei Comuni italiani): ne sono emerse dichiarazioni a pioggia in appoggio del primo cittadino di Bari da parte di numerosi sindaci, come quelli di Roma, Napoli, Torino. Traino dell’iniziativa, la conferenza stampa tenuta nella sala consiliare del Comune da Decaro: il sindaco si è presentato abbracciando il faldone di 1200 documenti inviato al Viminale (che ha asserito non essere stato tenuto in considerazione dal Viminale che ha deciso l’atto ispettivo) ed è stato calorosamente salutato dai rappresentanti di imprese minacciate dalla criminalità che il Comune ha affiancato negli anni.

Dichiarazioni di contrasto all’azione del ministero dell’Interno anche da parte di esponenti dell’opposizione in Parlamento. Al fianco di Decaro pure il governatore pugliese Michele Emiliano, spintosi a dire “Si poteva tranquillamente rinviare l’inizio dell’ispezione a dopo le elezioni: non c’era nessuna urgenza”, pur ammettendo che “la Procura dal 2011 ha indagato su queste cose e non so cosa abbia trovato perché, evidentemente, queste sono cose complesse”. 


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