Politica

Crosetto: “Vannacci? Ho agito da ministro non da politico”

di Cristiana Flaminio -

GUIDO CROSETTO MINISTRO


Sul caso del generale Vannacci, Crosetto non fa nemmeno un passo indietro: “Rifarei tutto”. Il titolare del dicastero alla Difesa, in un’intervista al Corriere della Sera, difende il suo operato e fa un distinguo che punta a rispondere alle polemiche, feroci, scatenatesi nel centrodestra dopo la decisione di aprire un procedimento disciplinare a carico del generale saggista. Guido Crosetto, infatti, suggerisce che lui ha agito “da ministro” e non “da politico”. Cioè, spiega Crosetto, ha scelto di tutelare tutti gli italiani non solo quelli di una parte politica, che per inciso dovrebbe essere la “sua”.

“Certo che rifarei quello che ho fatto perché il ministro alla Difesa, di tutti i cittadini italiani e di tutti i militari, doveva agire così. Non ho parlato e non mi sono mosso da esponente politico, ma, trattandosi di una cosa che toccava il mio ministero, da rappresentante delle istituzioni”, ha spiegato il ministro. Che ha aggiunto: “Sono intervenuto, in realtà, per cercare di spegnerlo sul nascere. Quando mi sono reso conto che stava montando una pesante polemica e che si stava trasformando in un attacco alla Folgore, alle Forze armate e all`Esercito, quindi al cuore della Difesa, sono intervenuto”.

Ma non è tutto. Crosetto spiega che non c’è censura sul caso Vannacci: “Ho detto solo due cose: che non si dovevano giudicare tutte le Forze armate sulla base del pensiero di una persona e che il caso sarebbe stato affrontato secondo le regole dell`ordinamento militare e non sui social. Non ho preso decisioni sulla base di ciò che penso del libro, ma di ciò che devo per rispetto all`istituzione che servo. Quindi, consultandomi con i vertici militari, ho chiesto si facesse chiarezza interna, anche per capire se quel libro fosse stato autorizzato, e poi ho agito con tre fini: tutelare lo stesso generale, le Forze armate e i valori costituzionali e repubblicani”.


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