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De Toni: “Non si vince solo col Pd ma con la coalizione extralarge”

di Domenico Pecile -


Alberto Felice De Toni, ex rettore di Udine, ha vinto le amministrative di Udine battendo al ballottaggio il leghista Pietro Fontanini, grazie a una coalizione che definisce extra large e che ha saputo affidarsi a un candidato civico come lui.

Le elezioni hanno sancito una vittoria schiacciante del centrodestra. Se l’aspettava?

Ero in contatto con il potenziale assessore all’Innovazione, il rettore di Ancona, Sauro Longhi, nel caso il centro sinistra avesse vinto Sauro che mi aveva confidato l’ipotesi della sconfitta. Gli dissi che se avessero candidato un civico come lui…

Un civico come lei…?

Si, secondo me con il Pd al 20% non si vince, se poi capita come a Treviso che il centro sinistra si divide subito in tre tronconi la frittata è fatta.

Meloni dice che il risultato è l’esito del buon governo.
Sono stupito che il presidente del consiglio paragoni le tasse al pizzo della mafia. Non voglio immaginare cosa penserebbe un magistrato come Borsellino che era di destra. Dopodiché ha vinto, ma ricordiamo che il vento in poppa lo hanno avuto anche Renzi, Salvini e Conte. L’elettorato è molto fluido.

Sarà, ma il centro destra ha il vento in poppa dovunque, com’è accaduto in Turchia e in Spagna.

Sappiamo che le socialdemocrazie europee ma anche i Partiti popolari stanno perdendo rilevanza politica, Ma sappiamo anche che i populismi di destra portano ai nazionalismi che sono stati il cimitero dell’Europa.

Si dice a che Possamai abbia vinto a Vicenza anche perché non ha voluto in città nessun esponente del Pd e di altri partiti. Lei invece i leader del Centro sinistra li ha incontrati.

A Udine sono arrivati diversi big del Centro sinistra. Li ho salutati, perché lo ritenevo doveroso, ma non ho partecipato agli eventi dei vari partiti.

Qual è stata la sua ricetta per battere il sindaco leghista uscente?

Il tema è questo: mettere assieme le tante anime del Centro sinistra. A Udine c’erano Rc, Open Fvg, Spazio Udine, spazio Udine, Terzo Polo, Possibile, Verdi e Sinistra, Pd e civiche. Un arcobaleno. Bene, abbiamo costruito a tappe una coalizione extra large con il tratto unificante del progetto. A livello nazionale manca questo: un progetto di Paese. Tutto il resto divide.

Nonostante tutto per il Centrosinistra le città rimangono ancora il fortino da cui ripartire, soprattutto a Nordest con Udine, Padova, Vicenza e Verona.

Le città da sempre esprimono la parte più avanzata, pluralista e aperta rispetto alla campagna e da sempre hanno guidato il cambiamento. Nelle città la borghesia e più illuminata, più colta. Le città restano un punto di riferimento per immaginare una società più equa.

Esiste una diversità nel modo di amministrare tra centro sinistra e centro destra?

La vera diversità non è sul piano delle scelte amministrative ma sul concetto di apertura. sull’apertura. L’approccio conservativo vine l’identità come difesa conflittuale nei confronti dell’altro e delle novità. Per noi, l’identità vera si difende anche essendo aperti al cambiamento e a nuove etnie. Certo, è più difficile, ma la chiusura porta al declino.

La Schlein ha ammesso la sconfitta e nel Pd è di nuovo lotta intestina. Cosa succederà?

Credo che la linea Bonaccini oggi sarebbe sicuramente più astrattiva. Sono però anche convinto che questa ventata che vede Meloni protagonista terminerà. FI si spaccherà a breve, e la Lega ha un lato chiaro (Zaia e Fedriga) e quello buio (Salvini) e dunque andiamo incontro a una stagione politica molto fluida con scenari per adesso ancora imprevedibili.


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