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Si dimette Aharon Haliva, capo dell’intelligence di Israele

di Angelo Vitale -

(Foto da X)


Il capo dell’intelligence israeliana, Aharon Haliva, ha rassegnato le sue dimissioni assumendosi la responsabilità dei fallimenti della sicurezza nazionale che hanno permesso a Hamas di sferrare l’attacco del 7 ottobre. Lo rende noto l’esercito israeliano spiegando che il capo di Stato Maggiore ha accettato le dimissioni di Haliva. Si tratta della prima figura israeliana di spicco a dimettersi dopo l’attacco di Hamas.

Haliva è attualmente coinvolto anche nelle indagini interne dell’esercito sui suoi fallimenti nel periodo precedente al massacro di Hamas del 7 ottobre. Le indagini dovrebbero essere presentate al capo di stato maggiore dell’Idf, tenente generale Herzi Halevi, entro l’inizio di giugno.

Haliva era stato nominato capo dell’Intelligence il 5 ottobre 2021. Subito evidenziò una sua analisi della situazione nella quale affermava molto esplicitamente che Israele dovesse puntare a stabilizzare le necessità e il tenore di vita delle popolazioni dell’area, come quella del vicino Libano, arrivando a ritenere valida e “nell’interesse stesso di Israele”, per esempio, l’iniziativa di piattaforme energetiche in quel Paese. Fatti che poi portarono, nel rafforzamento delle trattative favorite dagli Stati Uniti, alla “pax energetica” del 2022 e all’impulso un anno fa alle piattaforme esplorative per il gas in Libano.

Altra analisi di Haliva, in contrapposizione ai promotori del “pugno duro” con la parte palestinese dell’area, la sua considerazione di un vantaggio per Israele nella stabilizzazione dell’Autorità palestinese, al fine di ridurre il pericolo del terrorismo, guardando all’ipotesi di una stabile organicità della situazione economica nella Striscia di Gaza.

La notte prima dell’attacco di Hamas a Israele, partito la mattina del 7 ottobre 2023 e che costò la vità di oltre 1.400 soldati e civili israeliani, Haliva era stato – queste le immediate rivelazioni dopo i fatti – aggiornato circa alcuni movimenti non abituali delle milizie di Hamas. Il suo errore, poi ammesso, fu quello di ritenere queste attività una esercitazione da monitorare per valutare un intervento successivo.

Dopo 10 giorni, il 17 ottobre, Haliva scriveva ai militari delle Forze di difesa israeliane una lettera in cui ammetteva il fallimento della sua previsione: “Abbiamo fallito nella nostra missione più importante, e come capo della direzione dell’intelligence ho la piena responsabilità per il fallimento”.


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