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Francia, quinta notte di scontri: altri 719 arresti. Sinistra divisa sulla rivolta

di Angelo Vitale -


Quinta notte di scontri in Francia. I primi arresti – alla fine, sono 719 – a Marsiglia nelle prime ore della serata. Prime tensioni nelle strade, con la prefettura che annunciava 14 fermi durante i tentativi da parte di interi gruppi di persone di saccheggiare gli esercizi commerciali sulla Canebière, la principale strada del centro storico della città. Poi saliti a 22 dopo che alcune persone cercavano di forzare i posti di controllo della polizia per recarsi nel Vieux Port. Le forze dell’ordine li avevano alla fine dispersi usando lacrimogeni.

Intanto, faceva rumore nel Paese la notizia, la seconda volta in tre mesi, del rinvio di un importante appuntamento istituzionale del presidente francese Emmanuel Macron, costretto a posticipare a causa dei disordini e delle tensioni di piazza, il viaggio in Germania (a farne le spese, tre mesi fa, fu l’attesa visita di stato – la prima precedente l’incoronazione – del sovrano britannico Carlo III). La visita in Germania era in programma tra oggi e il 5 luglio. La portavoce del presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha annunciato che i due presidenti si sono parlati per telefono, hanno discusso della situazione in Francia e Macron ha quindi chiesto al presidente tedesco di posticipare la sua visita in Germania, la prima visita di stato di un presidente francese in 23 anni. Accompagnato da Steinmeier e con le rispettive mogli, Brigitte Trogneux ed Elke Buedenbender, Macron avrebbe dovuto visitare il castello di Ludwigsburg, Berlino e Dresda.

A Parigi, prima della mezzanotte, 37 fermati nei pressi dei Campi Elisei, anche per porto di armi, durante centinaia di controlli preventivi. Mentre il canale francese Bfm dava notizia di 200 arresti effettuati nel Paese a seguito delle indagini successive alla notte di scontri tra giovedì e venerdi.

Ad aggiornare il bilancio finale, indicando anche 21 fermi a Lione, il ministero degli interni:  719 arresti. Sempre dai numeri del dicastero guidato da Gérald Darmanin, il dato delle forze presenti nelle strade del Paese, 45mila poliziotti, un numero costante destinato a provare a mantenere l’ordine.

Da registrare, sul versante politico, le divisioni nella sinistra. “Abbiamo ragione di invocare la calma e il ritorno alla pace civile”, ha dichiarato il segretario del Partito socialista Olivier Faure, rivolto ad un centinaio di militanti a Lione nella serata. Gli Insoumis di Jean-Luc Mélenchon vengono invece accusati di non condannare con sufficiente chiarezza le violenze.

Se il punto di partenza delle rivolte è per Faure “una collera che bisogna ascoltare e alla quale bisogna dare una risposta”, al tempo stesso “non possiamo dare – ha detto – l’impressione di incoraggiare ed accettare le violenze”.

Comunque Faure non rompe con gli Insoumis: “Bisogna parlare con tutti, sempre, anche nei momenti di profondo disaccordo e il momento attuale è un momento di profondo disaccordo”, ha aggiunto, secondo quanto riporta ‘Le Parisien’.


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