Cronaca

Frode fondi Pnrr: la cricca monetizzò 19 milioni di euro

di Ivano Tolettini -


Di certo aveva già incassato 19 milioni di euro. In gran parte volatizzati, su conti anche esteri. Invece altri 530 milioni, che sono stati sterilizzati dalla Guardia di Finanza grazie al sequestro ordinato dal Gip di Roma su istanza dalla procuratrice Eppo di Venezia, Donata Costa, non potranno finire oltre frontiera nonostante fossero già contabilizzati nei cassetti fiscali di numerose società compiacenti destinate alla liquidazione giudiziaria. La cricca della maxi frode – la stima potenziale è di oltre 600 milioni di euro – con i i fondi del Pnrr, in materia di digitalizzazione e internazionalizzazione, targati Bruxelles, che sarebbe stata capeggiata dall’ex sciatore azzurro altoatesino Alex Mair, 54 anni, e dalla compagna ucraina Zhanna Zozulaya, 40 anni, residente nel Veronese a Bussolengo, pensava in grande. In tutto sono 73 le persone finite sotto inchiesta: 8 sono in carcere in attesa di essere interrogate dal Gip, 14 sono ai domiciliari.
la banda e le truffe
“Gli indagati – sottolinea nell’ordinanza di custodia il Gip di Roma, Mara Mattioli – risultano attualmente dediti alle truffe relativi ai crediti tributari rientranti nella misura M2-C3 Investimento 2.1 del Pnrr”. Ad essere colpiti dalle misure cautelari sono stati anche il lombardo Enrico Borghi, 71 anni, del Monzese e il rodigino Federico Bianchi, considerati dagli investigatori delle Fiamme Gialle i principali collaboratori della coppia Mair-Zozulaya, cui è contestata l’associazione per delinquere finalizzata alla frode erariale, il falso in bilancio e l’Autoriciclaggio. L’obiettivo della banda era quello di incassare subito il 50% dei finanziamenti pubblici per progetti europei relativi all’internazionalizzazione con società prive di struttura e il cui scopo era di accompagnarle al fallimento con prestanome, di solito proveracci che sapevano poco o nulla perché diventavano le classiche “teste di legno” in cambio di quattro soldi. Tra coloro che sono coinvolti anche l’albanese residente a Caprino Veronese, Thanas Mitri, ritenuto un altro stretto compagno dell’ex sciatore Mair (da non confondere con il grande discesista Michael, detto Much, Mair).

PISTOIESE E LAVORO CRIMINALE
Tra le persone arrestate ci sono anche Maurizio de Simone, patron della Pistoiese Calcio che milita in serie D, e Omar Vecchione, proprietario della Omav, azienda che nel 2022 era stata legata proprio alla Pistoiese con un contratto di fornitura servizi. Tra l’altro si è appreso che la Procura della Repubblica di Pistioa in un altro procedimento ha chiesto il fallimento della US Pistoiese 1921 e c’è un’inchiesta per bancarotta fraudolenta e false fatturazione a carico di quattro persone, tra cui De Simone. Quest’ultimo e Vecchione, secondo l’accusa, avrebbero beneficiato della presunta collaborazione dei professionisti leccesi Alessandro Romano e Antonio Buttazzo, pure loro colpiti da misura cautelare, mentre il veneziano Franco Mazzarotto, 71 anni, titolare di uno studio di contabilità ed elaborazioni dati a Jesolao, è stato “interdetto” . La presunta organizzazione criminale utilizzava sistemi legati all’Intelligenza artificiale e, come scrive il Gip, “ è evidente che dalle attività illecite gli indagati traggono notevoli profitti economici. Si tratta di soggetti che vivono abitualmente dei guadagni di tale attività, considerata un vero e proprio lavoro”. Essi vivevano alla grande puntando “ afare la bella vita” come dicono nelle telefonate intercettate dai finanzieri che per mesi li hanno ascoltati e pedinati. Mair al telefono riferendosi a un amico alla compagna Zozulaya spiegava che “ lui adesso è in geordia per aprire 5-6 conti personali (…), gli mandiamo il tuo e il mio passaporto per farci aprire due conti personali (…) perché lì è come a Cipro, non è Comunità Europea, poi gli ho fatto la battuta: «Ma ci lasceranno mai in pace?». Lui mi ha risposto: «L’Italia non ti lascia mai in pace»”. Tra i beni sequestrati ci sono anche alcune macchine di grossa cilindrata, come Porsche Panamera, e l’inchiesta della Pm Costa mira a individuare anche il ruolo di un certo “Michele”, indicato da Mair (era una millanteria?) e altri intercettati come un ipotetico agente dei Servizi segreti.


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