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Garlasco, semilibertà a rischio per Stasi: la Procura chiede la revoca

di Francesca Petrosillo -


Garlasco, semilibertà a rischio per Stasi: la Procura contesta l’intervista a “Le Iene”

La Procura generale di Milano ha presentato ricorso in Cassazione contro la decisione del Tribunale di sorveglianza che, nelle scorse settimane, ha concesso la semilibertà ad Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007. Stasi, all’epoca dei fatti fidanzato della vittima, sta scontando la pena nel carcere di Bollate e, con il provvedimento del Tribunale di sorveglianza, aveva ottenuto la possibilità di lavorare all’esterno durante il giorno e rientrare in carcere solo per la notte.

Il ricorso presentato dalla Procura generale si basa su un elemento preciso e ritenuto rilevante: la mancata autorizzazione per la partecipazione di Stasi a un’intervista rilasciata al programma televisivo “Le Iene”. L’intervista in questione è stata registrata durante un permesso concesso per motivi familiari, nello specifico per un ricongiungimento. Secondo la Procura, Stasi avrebbe dovuto chiedere un’autorizzazione preventiva per partecipare a un’iniziativa di questo tipo, trattandosi di un evento pubblico e mediaticamente rilevante, in grado di incidere anche sulla percezione sociale della sua condizione detentiva.

Per i magistrati della Procura generale, il comportamento di Stasi avrebbe dovuto essere valutato in modo più rigoroso dai giudici del Tribunale di sorveglianza, che invece hanno concesso la misura della semilibertà senza considerare appieno il valore di quell’iniziativa pubblica e la mancata comunicazione. Secondo la tesi dell’accusa, l’intervista rappresenterebbe una violazione del regime di permesso, in quanto non strettamente attinente ai motivi familiari per cui era stato concesso e potenzialmente lesiva della dignità della vittima e dei suoi familiari.

Ora la decisione spetta alla Corte di Cassazione, che dovrà valutare se il comportamento di Stasi abbia effettivamente compromesso i presupposti per il regime di semilibertà e se ci siano state irregolarità nel percorso che ha portato alla concessione della misura alternativa. La vicenda riapre il dibattito sull’equilibrio tra reinserimento sociale dei detenuti e rispetto della sensibilità pubblica, soprattutto in casi così delicati e mediaticamente esposti come quello dell’omicidio di Chiara Poggi, che continua a suscitare forti emozioni e attenzione nell’opinione pubblica.


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