La disfida dei destri in Europa: Bardella (RN) punzecchia Meloni
Emergono crepe e fibrillazioni nel blocco che dovrebbe ostacolare le manovre di von der Leyen e soci
Destra di lotta contro destra di governo a Strasburgo. Il copresidente del gruppo dei Patrioti per l’Europa (PfE) Jordan Bardella, del Rassemblement National francese, nel corso di una conferenza stampa ha criticato la strategia “entrista” dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr). La rottura del “cordone sanitario” a danno dei sovranisti nel Parlamento Europeo ha avuto un prezzo politicamente caro: il sostegno di Fratelli d’Italia, che detiene la co-presidenza del gruppo insieme ai polacchi del Pis, alla Commissione von der Leyen bis.
L’altro aspetto della strategia dell’Ecr
Bardella ha definito “profondamente antidemocratiche” le misure di contenimento “attuate dai macronisti, dalla sinistra e da una parte del Ppe”. Il loro venir meno viene giudicato positivamente. Esiste, però, un rovescio della medaglia, che il successore di Marine Le Pen ha evidenziato astutamente: “Perché l’Ecr ha delle responsabilità nel Bureau, nel Parlamento nelle commissioni? Ricordo che la presidenza dell’Ecr è occupata essenzialmente dagli italiani”, che “sono dei sostenitori di Ursula von der Leyen, cosa che noi non siamo. La signora Meloni e gli eurodeputati di Fdi hanno sostenuto in sede di voto la Commissione Europea di von der Leyen”.
Il partito di Giorgia Meloni non ha votato a favore della rielezione di Ursula von der Leyen a presidente nel luglio 2024, ma successivamente ha sostenuto la Commissione, che include il vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto, nel novembre scorso.
La posizione ferma dei Patrioti
Bardella ha detto di non credere che “gli elettori del Rassemblement National, di Viktor Orban in Ungheria o di Matteo Salvini in Italia siano favorevoli a che noi sosteniamo la politica di von der Leyen.
“Noi, ha rivendicato l’eurodeputato transalpino, siamo l’unica forza di opposizione a destra nel Parlamento Europeo, ma nello stesso tempo siamo un polo, assommando le forze patriote, sovraniste e conservatrici, indispensabile per far passare alcuni testi, cosa che ci permette di esercitare delle pressioni. Credo che il lavoro fatto sui provvedimenti Omnibus sia piuttosto indicativo”.
I doppi standard dei vertici Ue
Nell’Ecr non mancano tuttavia voci molto critiche all’indirizzo dei vertici dell’Ue, come dimostra l’intervento di Alessandro Ciriani, eurodeputato di Fratelli d’Italia, durante il dibattito sulla Relazione sullo Stato di diritto 2024 presentata dalla Commissione durante la sessione plenaria al Parlamento europeo. “Non è accettabile, ha tuonato Ciriani, che lo stato di diritto venga usato per colpire governi democraticamente eletti solo perché non si allineano a una visione politica arbitrariamente ritenuta dominante o superiore. Non è accettabile che si tenti di imporre modelli sociali, culturali e normativi in settori chiaramente di competenza nazionale. Questo approccio mina la legittimità dello stesso monitoraggio europeo, alimenta sfiducia e allontana i cittadini dalle istituzioni”.
Secondo l’esponente del partito della Meloni, la relazione, nata come strumento di monitoraggio, si è trasformata in un “mezzo di pressione politica ed ideologica”.
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