La Russia accusa l’Ucraina di genocidio
La Procura generale russa ha formalizzato le accuse. L'elenco dei ricercati, non c'è Zelensky
La Russia accusa l’Ucraina di genocidio. La procura generale della Federazione ha formalizzato oggi le accuse nei confronti di alcuni degli alti papaveri di Kiev. Mancherebbe solo Zelensky nel novero degli accusati. Per il resto, di dirigenti e pezzi da novanta dello Stato ucraino, ce ne sono a dir poco parecchi. E pesanti. L’obiettivo dell’incriminazione è quello di trascinare alcuni esponenti politici ucraini di fronte ai giudici russi. L’elenco delle accuse è a dir poco lungo.
La Russia e le accuse di genocidio all’Ucraina
L’elenco delle persone finite nel mirino della Procura generale russa è interessante. Tra gli altri c’è l’ex capo di gabinetto di Zelensky Andryi Yermak, l’ex presidente Petro Poroshenko, il capo negoziatore per l’accordo di pace, Rustem Umerov, l’ex Premier Denys Shmyhal, l’ex capo di stato maggiore delle forze armate e ora ambasciatore a Londra, Valery Zaluzhny. Sono tanti e diversi i capi di imputazione. Che, come si può facilmente intuire scorrendo l’elenco, non si limitano solo al periodo della guerra.
Il caso Donbass
Genocidio è l’accusa che la Russia rivolge all’Ucraina. E inizia dall’aprile del 2014, undici anni fa. Un’azione, quella rimproverata dalla magistratura moscovita, che sarebbe costata la vita a quasi 5mila persone. Causando il ferimento, più o meno grave, di altri 18.500 cittadini. Tutte tra le zone di Donetsk e Luhansk. Secondo i calcoli dei magistrati, furono costretti a fuggire ben 2,3 milioni di persone. Nell’elenco dei ricercati e degli imputati non c’è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
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