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Le lacrime di Mourinho e lo stadio dei sogni Roma, il futuro è oggi

di Redazione -

I TIFOSI ATTENDONO L'ARRIVO DI JOSE MOURINHO A ROMA


di ANDREA PREMOLI

I dubbi erano ben pochi; sulle lacrime di Mourinho a fine partita ci si poteva scommettere. Sfortunatamente per il portoghese e per i romanisti però, sono lacrime di tristezza, non certo di gioia. La prima delle tre finali europee che vedono coinvolte tre squadre italiane purtroppo non è andata come desideravamo; Roma – Siviglia infatti ormai è storia, e per gli spagnoli è festa grande. Più che una partita di calcio è sembrata una vera e propria battaglia, con molti dei ‘ soldati’ costretti a lasciare il campo da gioco prima del triplice fischio, il motivo? 146 minuti. Questa la durata del match. Un minutaggio da record, che comprende tempi regolamentari, supplementari e tutti i minuti di recupero. A sbloccare il match sono stati i giallorossi con un gol di Dybala, dato in panchina fino a pochi minuti prima del fischio d’ inizio e schierato titolare a sorpresa da Mourinho. A pareggiare i conti portando così la partita ai tempi supplementari è poi stato un autogol di Gianluca Mancini. Nel mezzo è accaduto di tutto, gli episodi controversi infatti sono molti, tra rigori non concessi e cartellini non dati, capaci di scatenare l’ ira di Mourinho nei confronti dell’ arbitro inglese Anthony Taylor.
Come nelle finali che si rispettano però, a dare il verdetto finale sono stati i calci di rigore. Dagli undici metri non c’è stata partita; per i giallorossi l’ unico in grado di segnare è stato Bryan Cristante, per gli spagnoli invece lo score è stato perfetto: quattro reti su altrettanti tentativi, con l’ ultimo rigore tirato dall’ argentino Montiel, autore pochi mesi fa del rigore decisivo in finale dei Mondiali. Il Siviglia dunque alza al cielo la sua settima Europa League, la quinta negli ultimi dieci anni. Per i giallorossi i rimpianti sono tanti, così come l’ amarezza. Per i ragazzi di Mourinho infatti sarebbe stato il secondo titolo europeo consecutivo dopo la Conference League vinta lo scorso anno. A svanire però, non è stato solo il trofeo ma anche la possibilità di giocare, nella prossima stagione, la Champions League. Per la Roma adesso di tempo per superare e metabolizzare l’ enorme delusione ce n’è ben poco; manca infatti da giocare ancora l’ ultima partita partita di campionato contro lo Spezia, che in caso di vittoria permetterebbe di giocare ancora una volta l’ Europa League, ma che, in caso di pareggio o sconfitta con conseguente vittoria della Juventus sull’ Udinese, potrebbe addirittura significare Conference League.
Il futuro dunque è ancora tutto da decidere per la squadra della capitale, anche se, come spesso accade, ad anticipare i tempi ci ha pensato il solito Josè Mourinho, che nelle interviste post partita ha dato il meglio di sé, mandando un messaggio alla proprietà giallorossa: “ Sono pronto a restare ma la squadra merita di più e io merito di più, perchè sono stanco di andare avanti così. Credo sia arrivato il momento di parlare, perché io da lunedì vado in vacanza”. Parole dirette, d’altronde dal portoghese non ci si può aspettare nulla di diverso, ma che lasciano la speranza ai tifosi giallorossi di vederlo seduto sulla panchina dell’ Olimpico ancora per un altro anno.
In tutto questo però qualcosa di positivo c’è, ed è l’ amore e la passione dei tifosi giallorossi nei confronti della propria squadra. In quel di Budapest infatti erano più di 25 mila, senza contare gli oltre 60mila che seguivano la partita sui maxischermi dello Stadio Olimpico. E’ importante dunque cercare sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno, e due finali europee consecutive e un amore dei propri tifosi incondizionato sono di certo un’ottima base da cui ripartire per i Friedkin, indipendentemente dalle decisioni che prenderanno quest’estate.


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