Attualità

Nuova presidente per Fondazione Crt ma restano le nubi

di Ivano Tolettini -


I fuochi d’artificio, sebbene in questo caso attesi, sono puntualmente stati esplosi. La prudenza invocata dal ministro dell’Economia e Finanza, Giancarlo Giorgetti, non è stata coltivata fino in fondo. Così la nomina della giurista Anna Maria Poggi (nella foto) con 13 voti su 15, non scongiura la possibilità che nei prossimi giorni proprio il ministro Giorgetti, dopo avere sentito le conclusioni degli ispettori inviati a Torino, commissari la terza fondazione bancaria del Paese, appunto Cassa di Risparmio di Torino (Crt). Dopo la decisione del Consiglio d’indirizzo presa nel tardo pomeriggio di venerdì scorso che chiude, almeno sulla carta, la fase tribolata seguita alle dimissioni di Fabrizio Palenzona il 23 aprile, all’indomani dell’uscita di scena del segretario generale Andrea Varese che non appena aveva appreso dell’esistenza di un patto segreto per orientare l’assemblea aveva presentato un esposto alla Procura della Repubblica, da oggi la neo presidente Poggi comincerà a confrontarsi con gli ispettori del Mef. La docente universitaria incontrando i giornalisti subito dopo la nomina, ha sottolineato come l’elezione del presidente della Fondazione Crt da parte del Consiglio di indirizzo “senza chiedere un’ulteriore proroga dopo quella chiesta 15 giorni fa al Mef, non è stata fatta in contrapposizione con il ministero, ma in un’ottica di collaborazione”. Poggi ha spiegato che “noi per primi vogliamo dare segnali inequivocabili che siamo una fondazione che vuole uscire dalla situazione di guado oggettivo in cui si trova, siamo disposti a garantire massima collaborazione con gli ispettori, il Mef e se lo ritiene anche con la Procura della Repubblica di Torino, perché vogliamo rappresentare che questa è una fondazione sana che ha intenzione di operare con trasparenza nel rispetto delle norme”. Il patto occulto che avrebbe avuto in Corrado Bonadeo uno degli ispiratori ha portato in superficie una evidente lotta di potere in seno alla potente istituzione che amministra un patrimonio di oltre 3 miliardi di euro, con asset strategici come le partecipazioni di rilievo in Unicredit, Generali e Mundys (ex Atlantia), e che attraverso il valzer delle nomine di propri consiglieri in numerose istituzioni grandi e piccole è in grado di orientare le decisioni di vitali centri di interessi, visto che ha erogato oltre 2 miliardi di euro per 42.000 progetti per arte, ricerca, formazione, ambiente e innovazione, soprattutto nel Nord Ovest d’Italia, ma con una dimensione nazionale e internazionale.
Che la situazione ritorni in tempi piuttosto celeri alla routine istituzionale è difficile ipotizzarlo, e non solo per le inchieste della magistratura oltre che per l’ispezione ministeriale, tanto che la prof. Poggi ha analizzato venerdì sera che “sulla nomina del nuovo segretario generale personalmente sarei molto cauta anche se questa è una mia posizione personale su cui vorrei confrontarmi con il Consiglio d’indirizzo. Del resto finché c’è un’ispezione in corso personalmente non mi azzarderei a procedere a una nomina di tale portata e impatto”. La cautela di Poggi è determinata anche dalla circostanza che giovedì il ministro Giorgetti, che qualche informazione sulla vicenda ce l’ha, suggeriva un’ulteriore proroga, sebbene poi la Fondazione abbia deciso di non seguire il consiglio e di procedere all’elezione del nuovo presidente. La prof. Poggi ovviamente non si è nascosta la particolarità del momento, tanto da osservare che “siamo in una fase molto delicata, e in questo momento storico per me è un onere, ma anche un grandissimo onore, essere stata nominata a guidare una fondazione così prestigiosa a livello nazionale e territoriale come Crt, dunque è un grande orgoglio”. A chi le chiedeva che cosa succederebbe nel caso fosse nominato un commissario della Fondazione Crt, Poggi ha replicato: “Si vedrà quando sarà finita l’ispezione del ministero se ci potranno essere più figure commissariali. Dire che arriverà un commissario è generico, e dipende dal tipo di eventuali violazioni che gli ispettori dovessero riscontrare”. Lo scorso fine settimana si era appreso che dopo Torino anche la Procura di Roma ha aperto un fascicolo riguardo ad ipotesi di reato contro ignoti di propria competenza. Anche per questo Poggi predica prudenza riguardo alla sua nomina, perché Roma potrebbe adottare un provvedimento di revoca.


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