Dossier Ai

La Camera approva tra le proteste il provvedimento sull’intelligenza artificiale

di Lino Sasso -


Ieri l’Aula della Camera ha dato il via libera al ddl sull’intelligenza artificiale predisposto dal governo con 136 voti a favore, 94 contrari e 5 astenuti. Nonostante il testo avesse già superato il test del Senato dovrà tornarvi per un’ulteriore lettura resasi necessaria dalle modifiche introdotte a Montecitorio, dove nel corso dell’esame nelle commissioni Trasporti e Attività produttive sono stati apportati diversi emendamenti, alcuni dei quali presentati dai partiti di opposizione. Ciononostante, il dibattito parlamentare è stato intenso e a ridosso del momento del voto non sono mancate alcune proteste partiti dai banchi di Alleanza verdi e sinistra, dove sono stati esposti dei cartelli per la cui rimozione sono dovuti intervenire i commessi. Proteste a parte, vista la delicatezza dell’argomento in questione che attiene anche alla governance del digitale, non stupisce però che sul provvedimento ci siano visioni e opinioni differenti, soprattutto per quanto riguarda i dati considerati sensibili e i soggetti ai quali sarà affidata la loro gestione. L’intelligenza artificiale, infatti, si nutre e si sviluppa proprio in virtù delle informazioni alle quali attinge e il timore espresso da più parti è quello inerente all’effettiva possibilità di assicurare una sua governabilità ma anche gli stessi diritti delle persone. Non a caso i dati, compresi quelli personali e, dunque, soggetti a privacy, sono considerati il nuovo oro e tanto più valore hanno, invece, quelli che potremmo definire come istituzionali che ovviamente sono particolarmente delicati. A proposito di governabilità di questa nuova frontiera dell’innovazione tecnologica dal potenziale enorme ma non esente da rischi, uno dei problemi che si pone è, per esempio, quello della diffusione delle fake news attraverso contenuti digitali realizzati proprio attraverso l’intelligenza artificiale. Basta aprire un qualsiasi social network per imbattersi in notizie false corredate da immagini o video che però sembrerebbero avallarne la veridicità. Non solo, perché anche il diritto d’autore potrebbe essere messo a rischio dai contenuti generati dall’intelligenza artificiale e anche se la maggioranza ritiene di essere intervenuta in modo puntuale per difenderlo, la questione ha rappresentato un altro motivo di scontro tra maggioranza e opposizione ieri alla Camera. La regolamentazione di questa tecnologia resta quindi l’aspetto centrale del ddl sull’intelligenza artificiale che infatti prevede il recepimento da parte del governo di un apposito regolamento europeo, l’AI Act.


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