Politica

RICOMINCIO DA RENZI

di Redazione -

CARLO CALENDA AZIONE, MATTEO RENZI ITALIA VIVA


È tempo di grandi manovre per il Terzo polo, che ambisce a costituire il partito unico dei moderati e ora vuole cogliere l’occasione per attirare i dem scontenti dalla virata a sinistra del Pd con la vittoria di Elly Schlein alle primarie per la segreteria. Se da una parte il Movimento 5 Stelle ha subito colto l’occasione per aprire a una possibile alleanza con il nuovo Pd, dall’altra il Terzo Polo al contrario ha subito preso le distanze dal Pd made in Schlein. E’ questa l’immagine plastica dei riposizionamenti a sinistra e al centro nel centrosinistra. Con la possibilità reale di praterie che si aprono per il Terzo polo. Una conseguenza logica e inevitabile della sterzata a sinistra del Pd: perdere sul campo i riformisti. Checché ne dicano i dem sicuri che non ci saranno transfughi. Anche perché c’è già chi, come Giuseppe Fioroni, ha lasciato il Nazareno. Dunque la formazione di Azione e Italia Viva ha accolto la vittoria di Schlein con grande entusiasmo, con un occhio al partito unico.
Per Carlo Calenda il nuovo corso del Partito democratico consente di fare maggiore chiarezza sui principali campi: “PD/5S su posizioni populiste radicali; FDI guida la destra; il Terzo Polo che rappresenta riformisti, liberal democratici e popolari”. Dunque per l’ex ministro dello Sviluppo economico da domani “partirà un cantiere aperto e inclusivo per arrivare a un partito unico”. “Porte aperte”, ha aggiunto nel post del suo profilo Twitter. Parole di apertura che sono rivolte ai tanti nel Pd che vengono da aree moderate e centriste e che ora potrebbero guardare al Terzo polo. Ma Calenda si rivolge anche all’elettorato dem: nell’area riformista delNazareno c’è il forte rischio che tanti moderati non guarderanno più al Pd come partito di riferimento ora che è (più) di sinistra.
Anche secondo Luigi Marattin l’esito delle primarie del Pd va visto come momento di chiarezza: “Dopo anni di ambiguità, il principale partito di centrosinistra assume una chiara fisionomia: la stessa di Ocasio-Cortez, di Corbyn, di Melenchon”. Per il deputato di Italia Viva ora sarà necessario adoperarsi a stretto giro al fine di “costruire con altrettanta chiarezza la nostra identità”.
Tra le prime a prendere posizione in seguito alla vittoria della Schlein è stata Maria Elena Boschi, deputata di Iv, che individua nel nuovo corso del Pd una possibilità appunto per coprire uno spazio politico lasciato libero dallo sbilanciamento a sinistra: “Si apre una stagione molto interessante per i riformisti”. Leggi pure e soprattutto i renziani rimasti nel Pd.
Certo, l’addio di Fioroni, storico esponente della Margherita, lascia ben sperare per i terzopolisti. Anche se lui, nella fattispecie, (almeno per adesso) non aderirà al progetto di Renzi e Calenda. “È un Pd distinto e distante da quello che avevamo fondato che metteva insieme culture politiche diverse dalla sinistra al centro, con i cattolici democratici, i popolari e la Margherita. Oggi legittimamente diventa un partito di sinistra che nulla a che fare con la nostra storia, con i nostri valori e la nostra tradizione”, ha detto il fondatore del Pd al Tg2000, aggiungendo: “Per questo abbiamo dato vita ad un nuovo network dei cattolici e democratici ’Piattaforma popolare – Tempi nuovi’ per farla diventare la casa di tutti quei popolari e cattolici che sono stati marginalizzati e allontanati”.
“La scelta di Fioroni non mi stupisce e sì, le nostre porte sono aperte”. Conferma la linea di Calenda il deputato di Azione – Italia Viva Ettore Rosato, in un’intervista a Huffington Post. “Non vogliamo tirare nessuno per la giacchetta, sono scelte dei singoli – precisa – se decideranno di farle. Vedremo che cosa succederà. Noi come Terzo Polo dobbiamo fare un lavoro profondo e radicale verso gli elettori, coltivando la stagione del riformismo che all’Italia serve, accompagnato da un’opposizione non strumentale e non urlata. Schlein? – prosegue – Avevo scommesso che potesse vincere questa partita, e non solo perché aveva Dario Franceschini alle spalle, ma perché c’è stata una mobilitazione profonda di tutto il mondo della sinistra, compreso quello uscito dal Pd, a cui Stefano Bonaccini non ha risposto con un’accelerazione sul tratto riformista che riconosco appartenergli”.
Un dato è certo, al di là della possibilità che altri dem lasceranno il Pd troppo a sinistra per magari avvicinarsi al Terzo polo, il progetto di Calenda e Renzi allo stato attuale ha un vantaggio rispetto a quello di Schlein – almeno sulla carta. Perché se il Pd ora dovrà confrontarsi a sinistra con il M5S di Giuseppe Conte, non solo in termini di possibili accordi ma anche per differenziarsi agli occhi dell’elettorato su temi come il lavoro e l’economia e nei riguardi della maggioranza di governo, i terzopolisti hanno campo libero e nessun partito realmente “competitor”.

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